Carlo Molinaro

Non rinnoverò l'abbonamento al Vernacoliere


Non rinnoverò l’abbonamento al Vernacoliere. Mi spiace. Sono stato abbonato, con qualche interruzione, per decine di anni. C’è nel Vernacoliere della buona satira, spessa, forte; ci sono voci di opposizione genuina, popolare. Ma c’è troppo maschilismo. Troppo. C’è sempre stato, intendiamoci: forse il maschilismo è un ingrediente ineliminabile della satira popolare. Ma a un certo punto bisogna anche darsi una mossa: crogiolarsi dentro un paradigma ammuffito significa essere conservatori se non reazionari. Ho sperato che il maschilismo del Vernacoliere diminuisse, e invece addirittura aumenta. Nel numero di gennaio 2009 ce n’è un’overdose. E allora basta. Risparmierò i 22 euro dell’abbonamento 2009.Si parte con la Topa Card in copertina, il sussidio governativo per dare la figa ai pensionati. Ma questo, nel contesto satirico ironico, sarebbe ancora tollerabile. Poi però a pag. 3 c’è una vignetta con Mara Carfagna definita «il buco col ministro intorno». Ora, a parte che anche moltissimi maschi offrono il buco (del culo) in cambio del potere, identificare una donna (qualsiasi donna) come «buco» non fa ridere nessuno. Casomai fa piangere sul fatto che per molti maschi (di qualsiasi orientamento politico e classe sociale) la donna (qualsiasi donna: la donna in quanto tale) sia essenzialmente un «buco», oggi come sempre.Ma si scende ancora più in basso a pag. 8 con un articolo, purtroppo firmato da una donna, Erika Farris, che conclude con questa bella frase nostalgica del buon tempo andato: «Un tempo, se una donna si spogliava per un calendario era considerata un “budello da competizione”, oggi è quasi ritenuta un’audace combattente». A parte che (purtroppo) non è vero, a parte il fatto che i più continuano a considerarla un “budello da competizione” [budello, in livornese, vuol dire «troia», per chi non lo capisse], io dico che se siamo al punto di rimpiangere i tempi in cui le donne non erano libere neppure di spogliarsi in pubblico, se rimpiangiamo le brave schiave tutte casa famiglia lavoro e fedeltà, allora basta, io mi dissocio, e mi dissocio in modo netto e intransigente.E poi ci sono altre perle qua e là, barzellettine insipide dove di norma lui è stupido e lei puttana, cascate di luoghi comuni, noia fumosa da osteria depressa. La «popolarità» non può essere una giustificazione per chi pretende di essere una voce fuori dal coro. E una voce conformista e maschilista non mi serve, me ne propinano già tante, anche gratis, e dunque non rinnovo l’abbonamento al Vernacoliere. Tuttavia non smetto di sperare in un futuro migliore: la speranza è l’ultima a morire. Tanti auguri.