Carlo Molinaro

Con tante navi che partono


Sabato pomeriggio, fatte varie cose, nel cielo c’è un sole che scende fra nuvole nevose. Penso all’amore, agli amori, che sono una cosa continua e discontinua nello stesso tempo. Mi è venuta in mente una vecchia canzone di Sergio Endrigo che dice così: «Dove credi di andare  / Se tutti i tuoi pensieri  / Restano qui / Come pensi di amare  / Se ormai non trovi amore  / Dentro di te /  / Con tante navi che partono  / Nessuna ti porterà  / Lontano da te / Il mondo sai non ti aiuterà  / Ognuno al mondo è solo  / Come te e me /  / Dove credi di andare  / Se il tempo che è passato  / Non passerà mai / Povere le tue notti  / Se tu le spenderai  / Per dimenticare /  / Il mondo non è più grande  / Di questa città / La gente si annoia ogni sera  / Come da noi / Dove credi di andare  / Se ormai non c’è più amore  / Dentro di te». E ho pensato che l’importante è che l’amore ci sia, dentro di te, di me, di noi, di loro. Con tutte le cose che cambiano e non cambiano, ma che ci sia. Così si sa dove andare. Ora per esempio vado. Vado a Vercelli a trovare un’amica in ospedale e poi a sentire un concerto di Max Manfredi. Nell’immagine, composizione su tavolo, con topo, tartaruga, busta, foto di ragazza con costume luccicante su bordo di piscina, primo mandarino di Sicilia, secondo mandarino di Sicilia, preservativo ceco, lente d’ingrandimento cinese, fotografo riflesso nella lente – a ben vedere. Realizzata a Torino alle ore 15.28 del 17 gennaio 2009. A proposito, il 17 gennaio 1977 fu il mio primo giorno di lavoro alla Utet. Buona serata!