Carlo Molinaro

Perdere tempo


Sì, ora sì, ora mi concentro sul lavoro finché c’è, già che con la recessione è un casino, ora mi ci concentro, che intanto il cielo si è rannuvolato e va bene, che per lavorare ci vuole un cielo un po’ grigio e non star troppo bene, perché se il cielo è azzurro e si sta bene diventa troppa la voglia di vivere, e vivere e lavorare sono due cose pochissimo compatibili. Ho scritto la poesia che metto qui sotto, però adesso lavoro, mica sono un inconcludente parassita, adesso ci do dentro. Buon pomeriggio.PERDERE TEMPOIl sole fa brillare la balaustra bagnatadel terrazzo, rugosa di vernice scrostata:le dà il colore e la luce del cielo,gli ultimi abbagli prima della sera.Ho qui sul tavolo del lavoro da farema sto perdendo tempo. È che non so,ormai non so quand’è che perdo tempoe quando ne guadagno.                                 C’è il lavoroche devo fare, ma quando morirò– perché sono già vecchio, molto vecchio –se si portassero le immagini di là(cosa che non so credere) vorreiche fosse il sole, il lustro della pioggia,l’odore di una donna e certo nonle bozze di un capitolo di un librosulla tecnologia del Novecento.Sono improduttivo, sono improduttivo,sono inadatto, amo le meraviglie.[Nell'immagine in alto, una foto che ho scattato a questo inverno torinese.Sullo sfondo l'albergo dove Cesare Pavese pose fine al suo tempo.]