Carlo Molinaro

Macerie e piccole cose


Oggi ho assai lavorato. Poi ho anche scritto due poesie, eccole qui sotto. Nella citazione latina che apre la seconda ho scelto la forma leves (accusativo plurale di levis). Altri mettono levis (accusativo plurale più arcaico di levis). Difficile dire qual è più corretta, non credo che sia conservato l'autografo di Ovidio. Ma scelgo leves perché levis come accusativo plurale ha il difetto di essere uguale al nominativo singolare, una di quelle cose che se ti capitano in un compito in classe al liceo ti fanno dannare. E perché far dannare? Il mondo ha già i suoi guai. Buon sabato sera.MACERIESi direbbe che siano necessariele rovine: perché nelle rovinec'è silenzio, non passa a calpestarenessuno: così l'erba si riprendespazio e pescando giù giù nella terrariporta l'umido all'arido, mettevita verde nei pori della pietrae un buon odore. Chi le abitòqueste macerie quand'erano casericorderebbe com'era fragrantela cucina, col fresco dei pensierisulle porte, coi fiori alle finestre,con i sorrisi giovani per viae il chiamarsi alla sera. Ma è passatoil tempo: chi abitava quelle caseè morto o è vecchio e il ricordo è ormai sognoe il sogno è l'erba che riprende spazioe riprende anche il tempo: lo ritrovagiù nel profondo, dove non finisce,e lo rifà, goccia su goccia impastal'acqua col sogno per un altro sogno.È primavera: passerà qualcunoguardando largo, respirando forte.PICCOLE COSEParva leves capiunt animos:(Ovidio, Ars amatoria, I, 159)«Small things fascinate little minds»:così traduce uno studioso inglese:correttamente, credo. Ma non sose è poi vero che le piccole coseincantano solo le piccole menti,le menti dappoco. So che certe voltesono le grandi menti che s'incantanonel contemplare le piccole cose.E quali sono le piccole cose?Una semplice carezza sui capelli- se misuriamo dal bene che fa -è più grande di un esercito che vaa conquistare il mondo. Chi lo sase Ovidio ne era conscio. Forse no.