Carlo Molinaro

Pomeriggio e banlieue


È mai possibile che una fantasticheria serva a far esistere a un luogo? In generale non lo so, ma per me pare di sì: l'ho pensato rileggendo una poesia che ho scritto oggi. Certo che la realtà poi è meglio ancora: i luoghi dove ho davvero girato con ragazze esistono di più di quelli dove ho solo fantasticato di farlo. Ma quelli dove non ho neppure fantasticato di farlo, proprio non esistono, sono invenzioni dei cartografi. In effetti nella banlieue parigina ci ho girato qualche giorno, tantissimi anni fa, ma ricordo solo palazzi, palazzi e palazzi, cioè niente, perché sono gli stessi palazzi, palazzi e palazzi di Mirafiori Sud o della Bovisa, e dunque non esistono, perché l'esistenza è percepire una differenza. Nel video in basso, la sera che scende su un giorno qualsiasi (tipo oggi) e su una telefotocopia (vabbè: fax: cediamo a questi modernismi linguistici monosillabici...) che non parte. Buona notte.BEURETTESe stessi nella banlieue di Parigim'innamorerei certamente di una beurettee probabilmente sarebbe pericoloso(a un contrasto di civiltà basta di meno)dunqueè meglio che restino fantasticherie- no in realtà no, non è meglio affattosinceramentepreferisco sempre che le cose avvengano davveroperò queste fantasticheriein fondo servono perché è l'unico modo(l'unico per me, s'intende)di pensare la banlieue come esistentecon gli odori di cibo per le scalee appunto le ragazzese norestano articoli di giornalele polemiche su Sárközycose cosìche dimentico in cinque minuti:non sarò mai un politicoe nemmeno un politologo, immaginola mia beurette che attraversa di corsail boulevard e mi abbracciacon gli occhi neri e pazienzase i suoi fratelli ci picchianose i ben pensanti sparlanose gli amici scuotono il capose anche lei poi mi dice «era uno scherzo,o ridicolo vecchio» - per meo è così o la banlieue non esiste.