Carlo Molinaro

Contare i colori


 CONTARE I COLORIHo trovato un nuovo lavorettoqualche ora al giorno spalmata su tre mesiquello che guadagnerò in totaleequivalealla seconda rata di tasse universitariedi mio figlio che devo pagarequesto ormai è un paese per ricchinon so come andrà a finirecerco di economizzareperò almeno il biglietto del trenoper andare da chi amo o la benzinaper andare a trovare degli amicia questo non posso rinunciarepiuttosto salto i pasticosa che del restodistratto come sonomi succede comunquecerti giorni.I miei figli sono belli e bravie anche i miei nipotiho una bella discendenzase fossi un patriarca della bibbianon avrei altro da chiedere alla vitaa leggere la bibbiasembra che gli importasse solo quelloavere un sacco di discendenzae fare spazio massacrandola discendenza altruiora io sono molto contentodi avere figli belli e bravie nipotiperò non li considero cose miee tantomeno mi esaurisco in loroper fortunaper fortuna loroognuno ha una vita sua da navigare.Mi sono svegliato prestoe fra poco mi metto al lavorodevo poi anche passare in un'aziendadevo anche passare dall'elettrautoperché l'anabbagliante destro della Pandasi è bruciata la lampadina.Questo mese non ho fatto l'abbonamento del trammi è sembrato che costa troppoper come lo prendotanto lavoro quasi sempre in casaper quelle poche volte che lo prendospendo meno a fare il biglietto da un euroe poi devo trovare una biciclettaanche vecchiaadesso è primavera e in bici si vache è un piacerema non ho una biciclettaattualmente.Domani vado da un'amatache prepara pozioni sgargiantie vola leggera per sentieri d'acquaanche questo dovrebbe bastarmisono felice di andare da leiinfattima ciò non toglie che ho sempre il cuore pienodi presenze e mancanzee lontananzeuna ragazza vista quattro serescambiate quattro parole e ho giàla paura di perdereciò che non ho mai avutoè un castello di carte la vitaè un castello d'ariaun risplendente vuotodove soffia il temporimescolando tuttoe quando lo raccontoho il timore di sentirmi diretu vuoi troppo Molinaronella vita non sei stato nemmeno capacedi farti una posizionedi guadagnare i soldicorri dietro alle tue storie scombinateperdi tempo a contare i coloridei panni stesi alle mansardenon metti niente da partele tue nostalgie sono un lusso e uno sprecoe vani i sognidovresti provare la fabbrica e la fameforse dovreinon è detto che non succedaa questo puntopuò succedere tuttointanto domani vado dall'amata miache prepara pozioni sgargiantie se le racconto i colori dei pannimi sta a sentirecon serietà e attenzione.[Nell'immagine in alto a destra la solita mansardina. Nel video qui sotto, lo spegnimento del campanile di Santa Zita, visto dal mio terrazzo. Una volta restava acceso tutta la notte, ma poi, con il problema della crisi e del risparmio energetico, hanno deciso di spegnerlo a una certa ora.]