Carlo Molinaro

Pasquetta


Vado a fare una classica gita di Pasquetta. Non proprio fuori porta, un po' più in là, verso la Liguria, verso persone che conosco. Viaggio, viaggio per incontrare persone, luoghi, luci, acque, odori, bellezza. Perché è importante sì la vita interiore, la vita del pensiero che da solo si raccoglie - ma senza la bellezza di fuori il pensiero dentro s'ingarbuglia, si chiude, si perverte. Mi è ricapitata sotto gli occhi una poesia di un quarto di secolo fa, una breve poesia di quattro versi, in cui proprio di questo mi rendevo conto. Il verso ha vita vera solo se a farlo nascere è qualcosa di più bello, di più grande del verso stesso. Mi viene in mente il pozzo di quella canzone di De Andrè: mi basta che sia più profondo di me. Nel video sottostante, un tratto di viaggio in treno in questi giorni, nella pianura piemontese con le prime risaie allagate. Nell'immagine in alto a destra, erba di questa primavera.UN INCONTROAvevo rinunciato. Pervertivofra i sensi obliqui e le rime abusive.Poi, la salvezza: la ragazza all'angolo,più bella del mio verso che la scrive.(scritta nel 1984; da La parola rinvenuta, pag. 134)