Carlo Molinaro

Almeno i tigli


Oggi, consegnato un lavoro in un ufficio di periferia, camminavo in uno spiazzo fra i tigli, tigli di banlieue, splendidi, e ho scritto una poesia che, me ne rendo conto, si presta alle battute più feroci (una delle più benevole è: allora relaziónati con i tigli, stronzo). Però è solo una poesia, esprime una verità momentanea, una sensazione. La poesia (come l’arte in genere) non conosce la «rinuncia pulsionale» (der Triebeverzicht). Già si devono censurare i desideri, dolorosamente censurare i desideri, ci manca solo che censuriamo le poesie, adesso. E poi anche una piccola poesia stupida può essere utile. Scrivendo questa qui, mi sono reso conto, a un tratto, che verosimilmente il problema di distinguere le ragazze dai tigli (e accettare i limiti che la differenza pone) è tutto maschile. Secondo me le donne, fin dall’antichità, non hanno mai confuso fra uomini e tigli: per loro è scontato, da sempre, ciò che per il maschio è una lenta conquista razionale elaborata e sofferta. E questo può essere uno spunto per lo studio delle differenze di genere (e delle connesse incomprensioni). Perché magari mi sbaglio: magari anche per le donne è un faticoso cammino. Ci vogliono pareri femminili su questo. Un fertile stimolo al dibattito! Sì, no, ok, vabbè, non esageriamo. È solo una piccola poesia stupida. Buona giornata e buona settimana.ALMENO I TIGLIAlmeno i tiglinon si negano: passo fra loroe l’odore e il colore è tutto mio:basta che io lo veda, che lo senta:e quanto più lo sento più è mio.Gli esseri umani invece– me compreso, s’intende –hanno questa stranezza:che il loro profumo, la bellezzanon sono disponibilicosì semplicementea chi li vede li sente li apprezza.Benché sia tanto, benché sia già raroche uno veda, che senta, che apprezzi,gli esseri umani per concedereil loro profumo, la bellezzachiedono altro. Anzi no, non chiedono:decidono: tu sì, tu no o non più.Le ragazze sono diverse dai tigli– sia chiaro che io lo so, non ho vissutotutto il mio tempo invano –però il mio desideriolui no che non lo sa:continuerà a soffrire – si ristora(ma solo un poco)camminando fra i tigli.