Carlo Molinaro

Non ricordo più la voce di Monica


Una poesia anche nel primo pomeriggio, dopo avere mangiato due pomodori, una mozzarella, una scaglia di parmigiano e una mela. Il sapore della mela contiene ricordi lontani e confusi. Tutti i ricordi diventano confusi con il tempo, si rimescolano, cambiano. E se fosse meglio così? C'è forse più gioia nella nitidezza? Chi lo sa. Io non lo so.NON RICORDO PIÙ LA VOCE DI MONICA                                         Scenderemo nel gorgo muti.                                                              Cesare PaveseNon ricordo più la voce di Monicasi è dissolta lentamentee non perché io mi sia distrattoho pensato a lei ogni giornoeppure ciò che non c'è più si dissolvenon lo puoi trattenereper i visi ci sono le fotografiema appunto dopo anniciò che crediamo di ricordarenon sono i visi sono le fotografieciò che immaginiamo di ricordareciò che immaginiamoa poco a poco il passato assomigliaal mai stato e così il buco del ricordosi riempie di sogni e di fantasiequasi come i desideri inappagatidi Monica ricordo un poco meglioi gesti e il modo di camminareil movimento permane più a lungonulla si può fermarenulla si può avereforse addiritturanulla si può essereal supermercato vendono emozionitre al prezzo di due o anche a menopurché si comprinoma io non ricordo più la voce di Monicanon ricordo più nemmeno la miae le foto di tanti anni fasono di un ragazzo qualsiasi che m'inventoessere stato io da giovanequasi come m'invento gli amorile vite che non posso conoscerela vita che vivo o m'invento di viveresmemorato pupazzo evaporabilegià confuso in memorie di memoriee fantasticherie in vuoti a perderefino a restare muto molto primadi scendere nel gorgo.