Carlo Molinaro

Salve Regina


Ho scritto stasera questa specie di poesia. Pensavo alla donna, pensavo all'oppressione. Pensavo all'inerme poesia. Pensavo. Nel video sotto la poesia, un recitativo del poeta spagnolo di origine italiana Rafael Alberti Merello. La poesia, nel suo piccolo, contro ogni oppressione. Nel suo piccolo, senza arrendersi mai. SALVE REGINAIl vespro, il campanile. Pensavo alla Vergine Maria.Il campanile, il vespro. La Vergine Mariaè l'unica donna del Pantheon cristiano.L'unica donna ammessa. Donna madresenza aver fatto l'amore. Pensavo questo:che non è certo un discorso meccanico,non è un discorso di sesso o di imene.Non siamo ridicoli. La Vergine Marianon ha mai fatto l'amore, non è maistata abbracciata, baciata, non ha maiesultato, non s'è mai abbandonataa una carezza, non ha mai trepidatoper la voce o per l'odore dell'amato.La Vergine Maria, pensavo, come avrà potutoabbracciare suo figlio? Baciarlo,stringerlo, rassicurarlo, donarglila fiducia che c'è quando la pelleè nuda, inerme e sicura, sulla pelle?Non avrà potuto. Non si può dareciò che non si è avuto. La Vergine Maria,l'unica donna ammessa, l'unica senzala macchia del peccato, è un'infelicegeneratrice d'infelicità. L'unica donnadel credo androteista è un macchinariod'oppressione. E il peccato, il peccato,il peccato è la felicità. Il peccato serveall'oppressione della donna e dell'uomo:ed è questo che fa la religione.Mi sembra chiaro, sì.                                 Salve Regina,il dolore è un espediente facile,è la rinuncia che assolve il timoredi chi non vuol rischiare di volare:rivolgi a noi quegli occhi,lascia che ti mostriamo un cielo piccoloe vivo, del colore fuggitivod'un rapido tramonto: abbi il coraggiodi piangere di gioia.