Carlo Molinaro

Quattro marzo


QUATTRO MARZO(ode sensazionista notturna)                                       Che dice la pioggerellina                                                    Di marzo, che picchia argentina                                                    Sui tegoli vecchi                                                    Del tetto, sui bruscoli secchi                                                    Dell'orto, sul fico e sul moro                                                    Ornati di gèmmule d'oro?                                                                Angiolo Silvio Novaro Notte di marzo da due ore e mezza è il quattro marzo piove la pioggerellina di marzo che dice la pioggerellina di marzo che picchia argentina sui tegoli vecchi? Niente, non dice niente,non dice niente, piove e basta. Ero andato a dormire poi mi sono svegliato perché mi ha preso l'inquietudine perché tutto è impossibile anche l'amore anche dormire allora mi sono alzato e rivestito e scrivo. Scrivere è apparentemente possibile ma forse è un'illusione forse non sto scrivendo credo di scrivere ma non sto scrivendo come l'amare come l'essere amato è un'illusione: e la pioggerellina di marzo è fredda è umida e sicuramente non dice niente, è soltanto una mia immaginazione. Niente dice niente, niente ha niente da dire: l'amore che risponde, l'amore che non sente, sono la stessa cosa: niente. Amare e ridere o piangere forte è la stessa cosa: niente. I baci dati e i baci non dati è la stessa cosa: niente. È soltanto una mia immaginazione, come le parole della pioggia, come la musica del vento, niente, la pioggia non ha mai detto una parola, non c'è mai stata una musica nel vento, nessuna donna m'ha voluto bene: niente, è tutta solo un'invenzione mia che stanotte svanisce, che stanotte va via, perché tutto è impossibile tranne il sogno - ma il sogno è questo: niente. Ora piove più forte e sono così stanco e tutte le finestre sono buie tranne la mia dove ho la luce e scrivo ma se questo fosse un sogno e svanisse al risveglio forse sarebbe meglio: non resterebbero queste parole inutili e io domani sarei più riposato per lavorare per guadagnarmi il pane per fare quello che bisogna fare. Che sia vero o sognato il foglio su cui scrivo non dirà mai ciò che io voglio dire. Se lo dicesse, diventerebbe carne e sangue mio, diventerebbe vivo. Che sia vera o sognata la bocca baciata non saprà mai cosa c'è nei miei baci. Se lo sapesse, non mi lascerebbe: non c'è amore più grande che sapere. Ma il foglio non è vivo e le bocche baciate si allontanano e le cose si confondono: il vero e il sogno diventano uguali quando la pioggia cessa e il vento tace, quando tutto finisce. Notte di marzo da tre ore e mezza è il quattro marzo questa notte lo so con precisione che tutto è impossibile, che tutto è solo una mia immaginazione: che mai nessuno ha amato nessuno, che di nessuno nessuno ha mai saputo la verità. Ma all'alba lo vorrò dimenticare: vorrò provare ancora, vorrò vivere e metterò parole nella pioggia e metterò una musica nel vento e cercherò una bocca da baciare: poi vi racconterò cosa dice la pioggia, quali canzoni ho sentito nel vento e quanto è grande l'amore che trovo e voi mi crederete, giustamente: perché all'alba, io spero, sarà vero.