Carlo Molinaro

Tre poesie di riflessione


Tre poesie scritte nei giorni scorsi: poesie che, più che d'amore, sono di riflessione: riflessione sull'amore, ma non soltanto: quella intitolata Conturbia va a toccare un po' tutta la vita (e la morte). L'ho scritta dopo una specie di alterco avuto a Savona con C. che sembra volermi molto male... Ma lo spunto di partenza non è importante, il discorso va oltre. Quella intitolata Messaggero d'amore parla forse della solidarietà amichevole nelle cose d'amore; e di quali sono i veri ostacoli all'amore: non draghi o maghi o fiumi di fiamme, ma più semplici e banali rifiuti. Quella intitolata Ristorazione riguarda forse un po' la stessa cosa, l'ostacolo-rifiuto. Forse ne parlo troppo. Ma d'altronde lo smaltimento dei rifiuti è uno dei maggiori e più drammatici problemi globali del periodo storico che stiamo vivendo: si fanno forum mondiali sull'argomento. E io sono lentissimo a smaltire i rifiuti, mi restano lì per anni, forse per decenni.Ma per fortuna intanto ci sono buoni amori vivi e vissuti, e poi si fanno buone serate di poesia, come questa al Raindogs, e poi posso dipingere ad acquerello le copertine dei libri, accompagnato da vecchie canzoni di Gaber, come qui e qui. MESSAGGERO D'AMORE                                     a F. S. Qui non si tratta di torri o di cavalli: non c'è partita a scacchi con la morte, nessuna principessa prigioniera dentro l'inaccessibile maniero, nessun galoppo notturno segreto sotto una volta di lucide stelle: non si tratta di alfieri o di regine a cui le ancelle fidate consegnano biglietti misteriosi di nascosto dal re col rischio della vita, per seguire un sogno che non è nemmeno il loro. Qui non si tratta di famiglie ostili con veleno e pugnali o di mariti che tendono l'agguato: qui non c'è nessun drago tricipite da uccidere, nessun mago da vincere in astuzia, nessun fiume di fiamme da saltare. Qui l'ostacolo è più semplice e banale ed è l'unico davvero insuperabile: è lei, la principessa, che non vuole. Sa più di stalking che di troubadour il messaggio d'amore: ma l'amico che accetta di portare alla mia Musa il libro dei miei versi è un messaggero d'amore - è comunque un messaggero d'amore, come quelli dei romanzi e delle fiabe: lui è uno che sa mettere la neve nel bicchiere e fa spuntare rose nel cielo e soprattutto sa che la vita è la passione che s'inventa per temperare quello che la gente dice: è l'uomo giusto per il mio messaggio: e vada come vada io grato gli sarò nel modo che son grati i troubadours: minimamente per l'eternità. CONTURBIA Ho pensato stamattina che il mio essere troppo tenace nel corteggiare ragazze che non mi si concedono sia collegato al profondo sgomento che ho della morte. Io per la morte non ho soluzioni: assodato che dopo la morte c'è il nulla (allo stato attuale dei fatti ogni altra teoria è inconsistente: ci sono le favole delle religioni e di certe filosofie ma sono appunto favole - poi tutto è possibile ma allo stato attuale dei fatti dopo la morte c'è il nulla, è inutile che io finga di credere altre cose) e assodato che il nulla è la cosa peggiore, nulla è peggio del nulla, quando penso al nulla mi prende uno sgomento che per esempio se sono a letto devo alzarmi per sentirmi vivo (e facevo così, di nascosto dai genitori, già a sette anni, mi alzavo e mi sedevo su una sedia accanto al letto ogni volta che pensavo alla morte - e ci pensavo, a sette anni pensavo molto spesso alla morte, e molte notti sono stato seduto, e i miei genitori non l'hanno mai saputo) e non ho soluzioni per la morte. La morte è vita che vorrebbe viversi e non può più, perché non c'è più nulla: io alla morte direi: «scusa, vorrei vivere ancora un miliardo di anni, e poi ne riparliamo», ma lei mi risponde: «tu sei cretino, sono cazzi tuoi». Le ragazze che amo e che non mi si concedono fanno all'incirca la medesima cosa. L'amore con loro è vita che vorrebbe viversi ma non può, perché loro non lo vogliono: non lo vogliono e così rimane il nulla, la cosa peggiore, nulla è peggio del nulla. Sì, stamattina ho pensato che è per questo che sono troppo tenace a corteggiare: è che preferisco anche essere mandato a cagare mille volte, piuttosto che il nulla, che è la cosa peggiore, nulla è peggio del nulla. Estremizzando - ma sia chiaro che estremizzo: nella realtà so poi stare al mio posto e rispetto le volontà: non sono mai andato a battere i coperchi sotto le finestre di un'amata non riamante, alla fine mi limito a qualche messaggio, una poesia, una lettera - ma estremizzando, estremizzando per capire come la sento dentro, io preferirei vedere una dieci minuti in tribunale a testimoniare la mia condanna per stalking piuttosto che non vederla, piuttosto che nulla: nulla è peggio del nulla. (Va da sé che credo che in quei dieci minuti la guarderei negli occhi e lei si accorgerebbe di qualcosa che prima non s'era accorta - succede: certe volte può succedere - e s'innamorerebbe: per l'eternità: e andremmo a bere qualcosa, felici, invitando anche il giudice, l'usciere e gli avvocati.) Poi non faccio così: è chiaro che mi adatto e accetto e smetto: la vita non vissuta son cazzi miei, come dicono giustamente la ragazza e la morte: hanno ragione entrambe: se una non mi vuole non mi vuole, è un suo diritto sacrosanto: e quando scade il tempo dell'esistenza la morte fa soltanto il suo mestiere, segue il protocollo fissato da sempre, che dispone il nulla e va bene così: morirò disciplinato senza fare casino e già mi do una regolata nel corteggiare le ragazze: la questione, alla fine, è che se pure vivessi un miliardo di anni e facessi l'amore con tutte le ragazze, il nulla resterebbe alle mie spalle a minacciarmi, il nulla è più tenace di me, sa che poi vince, vince lui, e io già lo sapevo a sette anni e avrei fatto meglio a restare nel letto invece di passare tutte quelle notti seduto che poi alle medie m'è venuta la scoliosi e ho dovuto fare la ginnastica correttiva per tre anni con un professore cattivissimo che si chiamava, mi pare, Conturbia. RISTORAZIONE Ho captato da una conversazione tra Fede e Ale che forse lei, la mia musa ispiratrice (come la chiama sempre scherzosamente Fede) adesso lavora in un posto di ristorazione esotico, che se ho capito bene (ma non è detto, io spesso non capisco) è a cento metri dal locale dove ci siamo visti per la prima volta (noi maniaci d'amore* siamo bravi a cogliere tutte le coincidenze, pure le più insensate): un posto di ristorazione esotico però moderno, anche take away, una catena di ristorazione però esotica, chissà poi perché quel tipo di cucina, è come se Mayumi preparasse la crema catalana - in effetti nessuno glielo vieta, forse Mayumi prepara a volte la crema catalana: c'è la fusion e c'è il melting pot. Non divaghiamo. Avrei la tentazione di andarci, per vederla, sempreché abbia capito bene (tante volte io non capisco un cazzo), però invece - se resisto - non vado, no, perché non ha senso vedere le persone tendendo agguati: io la vorrei vedere, io la vorrei tantissimo vedere, la vorrei più che tantissimo vedere, però a condizione che lei voglia vedere me: se questo non accade è tutto inutile: penso che no, che a mangiare in quel posto non andrò. * Chiedo scusa ai Maniaci d'amore (Luciana Maniaci e Francesco d'Amore) se uso il nome del loro gruppo teatrale (composto da loro due): ma qui ci sta bene. Ed essi sono molto bravi, e se trovate in giro un loro spettacolo vi consiglio di andare a vederlo.