Carlo Molinaro

Due Grandi Freschi (uno con me che dico le poesie)


Due sere consecutive di Grande Fresco, con associati due video. Il primo Grande Fresco è stato a Vercelli e ho recitato poesie anch'io, e così per una volta il video non l'ho fatto io, ma è stato fatto a me. Mi sono dilungato un po' troppo, e l'ultima poesia è rimasta sfumata. Ma se volete sapere come va a finire, la potete leggere in questo stesso blog, due messaggi fa (Post n. 850). Il video è questo qua. Il secondo Grande Fresco è stato a Torino e il video è questo qua. Dato che ci ho incontrato una persona che non vedevo da tempo, stamattina ho scritto anche una «poesia sul video». Eccola qui sotto. POESIA DOPO MONTATO UN VIDEO Niente, è già qualcosa, non ho passato la notte a farneticare né a scrivere, ho dormito e c'è un sereno sabato mattina. Ho fatto il mio solito video, normale, del Grande Fresco Speciale Primavera, ci ho beccato intera la drammatica poesia del Catalano, quella del soldato che uccide l'altro soldato che lo ringrazia e gli lascia gli scarponi, numero 42, piedi abbastanza piccoli per un soldato; e ci ho messo intera anche la neve nel bicchiere del Sirianni. Certo, ammetto, le tre brevi sequenze a 9:01, 9:40 e 11:15 vanno a cercare quel viso e quello sguardo: però qualche carrellata sul pubblico io la faccio quasi sempre, nei miei piccoli video grandefreschiani: che sono ormai un bel numero: sono, diciamolo, un vero archivio storico mica da poco, bisognerebbe salvarlo da qualche parte, non dico l'Unesco, ma da qualche parte bisognerebbe salvarlo. Niente, mi ha fatto piacere, mi ha ringraziato del libro, mi ha sorriso, e poi non ho passato la notte a farneticare né a scrivere, ho dormito senza sogni, secco, e c'è un bel sole e penso che lei continua a piacermi tantissimo ma per farle avere il libro di cui mi ha ringraziato ho dovuto mobilitare Sirianni e Negrin e questo non è normale, di solito hai un indirizzo, un telefono, un recapito, non so quanti altri per fare avere un libro a una ragazza hanno dovuto mobilitare Sirianni e Negrin: non credo molti (se c'è qualcuno lo dica). Ho pensato che da un sacco di tempo non mi ha più risposto nemmeno alle mail, so per vie traverse che forse lavora in un ristorante di sushi e sashimi ma non mi ha invitato ad andarci a mangiare. Ho pensato che non la vedevo da ottobre e non si vive di uno sguardo e un sorriso ogni sei mesi, intervallati da un semestre di poesie, d'invenzioni, di fantasticherie. Con lei ieri sera, oltre all'amica bruna riccia che credo sia la sua amica migliore, c'era un tipo, mi sa lo stesso tipo con cui è stata in vacanza in Sardegna: non si sono baciati, ma lui a un certo punto le ha spulciato i capelli e a un altro certo punto l'ha mandata al bancone a prendergli una birra che, francamente, poteva pure alzare il culo e andare lui a prendersela, quella cazzo di birra, non si mandano le ragazze a prendere le birre, no? Comunque questo non c'entra, ho pensato che è così, che le cose stanno così, che lei non mi risponde, che non ho il suo telefono né il suo indirizzo, che per darle una cosa devo scomodare il Sirian-Negrin-Express-Courier e lei non m'invita a mangiare il sushi e il sashimi e allora anche il mio cuore dev'essersi stancato di tutte le tachicardie che s'è preso per lei e ieri sera m'ha detto (il cuore): guarda, è meglio se dormi, che sei stanco anche tu, è meglio se dormi. E ho dormito. E stamattina è un bel giorno con il sole ed è molto primavera. Se mi scrivesse o telefonasse o m'invitasse da lei e se facessimo una gita in campagna e se venisse alle presentazioni del mio libro (tipo il 16 aprile alla Massena e il 22 al Kalimba) sarei contento, ho tantissima voglia di stare con lei, se si potesse, ma stanotte ho dormito secco, non ho sognato, non ho passato la notte a farneticare né a scrivere, c'è un bel sole, mi prendo un cappuccino.