Carlo Molinaro

Poesie in dialogo


A volte una poesia ispira a qualcun altro una poesia che poi magari a sua volta ispira un'altra poesia a quello di prima e così via. Nel Due-Trecento le chiamavano poetiche tenzoni, quasi fossero una gara, una competizione. Oggi direi che può essere più un dialogo, una consonanza-risonanza. Sia come sia, mi sembra una cosa bella. La mia poesia L'amore è l'unico frutto che cerco (quella corredata di video) ha «fatto scrivere» a Clara Vajthò la sua L'amoritudine; e poi la sua ha «fatto scrivere» a me ancora una poesia intitolata Prima. Proviamo a metterle qui di seguito, come un dialogo appunto, e vediamo l'effetto che fa. L'AMORE È L'UNICO FRUTTO CHE CERCO l'incudine dell'abitudine l'attitudine alla gratitudine la mansuetudine della  moltitudine la similitudine la sollecitudine la rettitudine l'inquietudine la solitudine la vita è la cosa più aperta la vita è la cosa più chiusa la morte è la cosa più chiusa la morte è la cosa più aperta la gratitudine l'inquietudine della sollecitudine la solitudine l'amore è il frutto a cui tendo la mano pur non sapendo com'è pur non sapendo dov'è l'amore è l'unico frutto che cerco pur non sapendolo riconoscere pur non sapendolo riconoscere nemmeno se lo stringo nella mano è l'unico frutto che so desiderare la vita è la cosa più aperta la vita è la cosa più chiusa la morte è la cosa più chiusa la morte è la cosa più aperta la libertà l'inquietudine la sollecitudine la solitudine la libertà la gratitudine la sollecitudine l'amore la libertà l'amore è l'unico frutto che cerco pur non sapendolo riconoscere pur non sapendolo riconoscere nemmeno se lo stringo nella mano la libertà la gratitudine la sollecitudine l'amore la libertà L'AMORITUDINE   L'amoritudine è vita e morte come qualsiasi cosa e riconoscerla vuol dire che già l'hai conosciuta prima ancora di prima in quel mai tempo dove ogni aggettivo è sempre stato inutile perche non c'è parola che ci dica quello che è che è che è che è. PRIMA Ogni conoscere è un riconoscere: si conosce qualcosa solamente se combacia con qualcos'altro prima: qualcos'altro che non si sa che cosa: che è sempre prima, prima d'ogni prima. Così è il futuro che crea il passato e viceversa: il tempo siamo noi e quest'amore nuovo che ci prende illumina - ma solo per un attimo - tutto l'amore che c'è sempre stato. Poi torniamo a confonderci perché le nubi corrono, cambia la luce, cambia il colore e l'odore dell'aria: all'erba e al gatto basta percepirlo, noi pretendiamo di sapere troppo.