Carlo Molinaro

Il viaggiatore invisibile


IL VIAGGIATORE INVISIBILE Duole dirlo, ma forse hanno ragione i conquistadores: per esserci bisogna prendere togliere scavare ferire, portare via, aprire spazi per lasciarli vuoti: creare vuoto: io non ho tolto, io non ho ferito, sono passato con passo leggero, nessuno se n'è accorto, forse neppure io: forse neppure io so più distinguere le città dove sono passato dalle città che ho soltanto sognato: non ho rubato ricordi, ho guardato sognando, ho sognato guardando: ma non sono stato guardato né sognato e quando torno o forse passo per la prima volta sono sempre un qualsiasi straniero: parlo infinite lingue ma il mio accento ispira diffidenza e rimango in distanza a vedere l'abbraccio di chi è stato più accorto: ha ferito ha scavato ha lasciato dei vuoti, non ha imparato nulla e non conosce la lingua e non gli importa: sbaglia tutte le parole, fa cadere i bicchieri ma si ricorda e viene ricordato mentre io da lontano trepido per lui, vedo l'abbraccio che lui ha e non vede, spero sia delicato nello stringere le ragazze di qui, che sono fragili, io lo so e  vado via, perché devo andare via: faccio col capo un cenno di saluto: nessuno se ne accorge, forse neppure io.