Carlo Molinaro

Le presenze e le mancanze


LE PRESENZE E LE MANCANZEIl mio matrimonio sarebbe finito comunque ma a farlo esplodere fu prevalentemente una gelosia fin qui niente di strano sì ma una gelosia per una ragazza morta i fiori che mia moglie gettò con rabbia a terra erano fiori per il cimitero la foto che con rabbia mi strappò era la foto di una ragazza morta si chiamava Monica avevo anche altri amori di cui mia moglie era gelosa si chiamavamo Claudia, Diletta, Antonella (ragazze con cui facevo l'amore) ma la furibonda gelosia fu per Monica (ragazza con cui avevo fatto l'amore e poi lei era morta) e credo che il momento più significativo del processo di allontanamento fu quando mi strappò la foto di Monica il momento in cui capisci che non c'è niente da fare niente da dire questo accadeva una quindicina di anni fa può sembrare cretino mettere in crisi amori presenti per un'assenza per una mancanza ma in amore non si sa mai cos'è cretino anche se alcuni pretendono di saperlo può sembrare cretino lui che suscita gelosia pensando troppo a un'assente può sembrare cretina lei che è gelosa di un'assente io credo che nessuno dei due sia cretino i sentimenti sono cose così ingovernabili ma non sono cose cretine anche se a volte sembrano anche oggi mi succede che le maggiori gelosie in chi mi sta vicina siano scatenate non da un altro amore vissuto (di quello non sono state mai gelose, né l'una dell'altra né l'altra dell'una: sono persone fantastiche, molte altre sarebbero state gelose comunque) ma piuttosto da un amore inesistente inesistente fuori dalla mia mente una mancanza si chiama Eva questo fatto di paragonare la mancanza di Monica che è morta con la mancanza di Eva che per fortuna è ben viva e se mi manca è perché non mi vuole suona scandaloso agli orecchi di molti anche agli orecchi della stessa Eva che la volta che mi ha cancellato da Facebook è stata la volta che sotto una sua foto commentando ho scritto «mi manchi» io credevo di avere scritto cose anche più forti ma è stato quel «mi manchi» a farla incazzare mi ha detto «ti devo cancellare mi spiace non puoi scrivermi addirittura che ti manco» credo che sia perché nel linguaggio comune pare che un presupposto al mancare di qualcosa sia che quel qualcosa prima ci sia stato probabilmente nel linguaggio comune è così ma io non sono mica tanto d'accordo (forse ho un linguaggio fuori dal comune: è così difficile impararsi i reciproci linguaggi) io è da quand'ero bambino o forse è da sempre che sento fortissimamente la mancanza per esempio di qualcosa che non ho mai avuto e non so cos'è quindi secondo me non è vero che la condizione necessaria per mancare sia esserci stato prima può mancare tantissimo anche ciò che non c'è mai stato persino ciò che non si sa cos'è quindi per me non è scandaloso dire che Monica ed Eva mi mancano certo che sono storie molto diverse lo capisco lo so non sono mica deficiente non del tutto almeno Monica domani sono diciott'anni che è morta domani faccio un giro al cimitero Monica mi ha amato Eva per fortuna è viva e spero che stia bene e non mi ama e non mi ha mai amato due storie diversissime però di fatto non posso abbracciare e baciare in questo preciso momento né l'una né l'altra e quindi mi mancano nel mio linguaggio io dico così forse è un linguaggio improprio non lo so (d'altronde nel linguaggio comune la nostalgia pare possa riferirsi soltanto al passato mentre anche il più scalcinato dei poeti sa che la nostalgia non ha tempo, è del futuro come del passato e del presente, forse si fanno le poesie proprio perché il linguaggio comune è un po' fuorviante, è un po' insufficiente, mi sia concesso dire) comunque in sostanza succede più spesso di quanto non si creda che amori vissuti vengano turbati da amori che nella realtà non esistono o almeno succede a me però non solo a me non credo solo a me ho testimonianze che succeda anche ad altri (il principio di realtà, tanto caro ai pedagoghi e agli psicoterapisti, forse è un po' relativo, un po' da ripensare: di certo i sogni influiscono molto sulla realtà: la realtà ha i suoi sogni e i sogni hanno la loro realtà: tutto è intrecciato e annodato insieme) e in certi momenti anche chi c'è mi manca in certi momenti non riesco ad abbracciare col braccio o col pensiero neppure chi c'è magari neppure me stesso quindi non è proprio così semplice Helen mi dice di tenermi cara la donna che mi ha insegnato che si chiamano gatti i batuffoli di polvere sotto il letto io me la tengo cara sì le voglio bene e mi piace fare le cose con lei e per lei e insieme a lei e ricordarmi quali sono le cose per cui sorride anche se poi non so bene cosa fare per tenermela cara e credo che neppure lei sappia cosa fare per tener caro me sono modi di dire ci si ama e si è pieni di attenzioni ma tutto è sempre in bilico tutto è sempre molto fragile e instabile fragile e instabile d'altronde è la vita non c'è soluzione si rischia di cadere nel banale in antiche metafore abusatissime tipo che l'amore è un uccello dal canto melodioso che se vuoi stare tranquillo di averlo sempre lì devi metterlo in gabbia però in gabbia intristisce se non lo metti in gabbia è più felice ma tu devi accettare di vivere con l'ansia che un po' c'è e un po' non c'è vola via e poi torna se torna se non si perde troppo in mezzo ai sogni dunque o la tristezza o l'ansia non c'è soluzione ma la questione è che noi della specie Homo sapiens abbiamo delle belle pretese nessun altro animale si sognerebbe di pretendere di avere cibo e sicurezza e amore in garanzia la gazzella sa che l'erba da brucare può esserci o non esserci e che il leone in qualsiasi momento può saltarle alla gola e non c'è sempre pronto lì un gazzello per farsi una bella amorosa scopata con tutto ciò non ho mai visto una gazzella dallo psicanalista noi umani siamo più incasinati e va bene è normale che lo siamo ma che la vita sia fragile e instabile lo dobbiamo accettare anche se non ci piace a me per primo non piace ma lo devo accettare con fatica adesso però sto divagando troppo la cosa principale che volevo scrivere quando ho cominciato a scrivere questa cosa è che le assenze interferiscono molto con le presenze e che ingarbugliare qualcosa che c'è per qualcosa che non c'è si dirà che è da cretini ma succede e forse non è strano che succeda succede e non è colpa di nessuno non è neanche cretino succede e basta. (nell'immagine in alto a destra, le scarpe della ragazza della mansardina di fronte, messe a prendere aria sul tetto, il mattino del 14 aprile 2010)