Carlo Molinaro

Devo tornare in via Ascoli


DEVO TORNARE IN VIA ASCOLI Ho alzato gli occhi, uscito dall'ufficio postale, e ho visto l'immagine, e ho pensato: «Devo tornare qui in via Ascoli per fotografare il campanile: di taglio, in fondo alla via la punta emerge dalle chiome di due alberi di corso Regina: la punta gialla e azzurra sta fra due ciuffi di foglie verde chiaro: è un po' come la sagoma dei fiori che disegnano i bambini: lo stelo con due foglie e sopra il fiore: è molto bello». Ho pensato così, e ho pensato: «Oggi però non c'è una luce buona. C'è un sole fosco, abbrunato, è meglio aspettare che venga un po' di vento a pulire la scena. Ma non devo dimenticarmi, né aspettare troppo, perché poi cambia la chioma degli alberi». Ho pensato così, e ho pensato: «Perché ho questa smania di fotografare e scrivere e descrivere? Non basta vedere, pensare, tenere per me? Non basta, no». Ho pensato così, e ho pensato: «Sarà una bella foto e piacerà a C. perché lei ama questo campanile sottile, magro e strano. E poi mi piace catturare l'immagine e farla entrare dentro un quadro mio: prendere un po' di merito per me. Ogni cosa si fa per amore, per dare, e per egoismo, per avere: è così». Ho pensato e intanto sono arrivato in corso Regina, ho aspettato il verde al semaforo dell'attraversamento pedonale, quando è scattato il verde ho cambiato idea e sono tornato indietro al bar all'angolo, a prendere un caffè, dopo il caffè ho attraversato il corso e sono andato a casa.