Carlo Molinaro

Raccogliendo una sfida di Guido Catalano


Scrivere una poesia con sesso, violenza e inseguimenti d'auto: così consiglia l'amico Guido in questa sua bella composizione. Anzi dice che è indispensabile, per una buona poesia. A me allora, come raccogliendo la sfida, è venuta in mente - immantinente - una fantasticheria. Una che si può aggiungere a quelle raccolte un annetto fa in una poesia, precisamente la seconda di queste tre. E a molte altre sparpagliatamente pensate. Una fantasticheria a tempo scaduto, forse. Ma il tempo delle fantasticherie non scade mai. O mai comincia. TU CE L'HAI UN BIGLIETTO SUBURBANO? Ho fantasticato che stavo finalmente mangiando un sushi con lei dove lavora lei e nel sushi bar entravano due individui mascherati gridando «questa è una rapina, dateci tutti i soldi» erano un uomo e una donna la donna era particolarmente agitata quando il sushista giapponese ha balbettato «ma siete pazzi a rapinare un sushi bar» la donna per tutta risposta gli ha sparato maciullandogli un braccio aveva una pistola di grosso calibro intanto il complice prendeva tutti i soldi dalla cassa qualche centinaio di euro mentre la donna afferrava lei per un braccio «se chiamate la polizia le faccio saltare le cervella» è chiaro che la vogliono in ostaggio io grido «no» e afferro lei per l'altro braccio la rapinatrice urla «vuoi fare l'eroe?» «no è che la amo» rispondo e tira e spintona ci ritroviamo entrambi sul sedile posteriore di una grossa auto che parte sgommando come nei film l'uomo guida e la donna guarda indietro guarda se c'è qualcuno che insegue e tiene d'occhio noi l'uomo guida come un demente dal ponte Isabella prende la strada di San Vito che è stretta e tortuosa la donna ci guarda io pur essendo terrorizzato le chiedo «ma perché rapinate un sushi bar?» la donna ha un ghigno inquietante e risponde «è che ci stanno sul culo i giapponesi» davvero è pazza tengo stretta abbracciata la ragazza e dico «cazzi vostri comunque io sono piemontese e lei è catalana» avrei potuto dire italiano e spagnola ma nei momenti di cagasotto mi sento regionalista alla donna comunque delle nostre nazionalità non frega una mazza ora guarda davanti l'uomo prende per Moncalieri è una strada che conosco e che passa pure davanti a una caserma dei carabinieri e quindi questi due rapinatori sono proprio deficienti tengo lei abbracciata e le dico «baciami» «perché dovrei baciarti?» «perché forse moriamo» «non mi sento di baciarti» «allora fammi un pompino» «non mi sento di baciarti e vuoi che ti faccia un pompino?» «un pompino è meno intimo di un bacio» «chi lo dice?» «le puttane» «le puttane hanno ragione» «vedi?» «ma perché dovrei farti un pompino?» «te l'ho detto, perché forse moriamo e non si può mica morire così senza neanche un pompino da te» «mi sembra che stai dicendo una cazzata che guarda che se anche mi fossi data molto da fare toccherà a miliardi di uomini morire senza un pompino da me» non riesco a capire se è una battuta di spirito in quella situazione drammatica l'auto va a velocità pazzesca ammazza anche un cane che mi spiace relativamente perché è un cane di quelli dei ricchi di collina che quando passi davanti alle ville se è rimasto chiuso male un cancello ti sbranano e inoltre quando rischi di morire tu dei cani te ne fotti ammettiamolo dai com'è come non è lei me lo tira fuori e si mette a succhiarmelo i due pazzi davanti neanche se ne accorgono lei me lo succhia e stranamente mi viene anche duro pur non essendo un momento propizio forse è come succede agli impiccati io avrei preferito limonare ma se lei vuole una cosa meno intima va bene l'auto prende le curve e le buche sempre a velocità pazzesca è tutto un urto uno sbalzo un sussulto forse un pompino non è un'idea grandiosa se non sta molto attenta me lo trancia ma in fondo è romantico mettere qualcosa di molto prezioso nelle sue mani o meglio fra i suoi denti intanto come previsto da me e non previsto dai due deficienti da Moncalieri parte un'auto dei carabinieri parte all'inseguimento a me il cuore mi pulsa nella gola e pulso e pulso talmente che vengo non è un orgasmo dei migliori ma vengo le vengo in bocca e lei ingoia i bonnie and clyde della mutua si cagano sotto l'uomo prende una stradina sterrata a una curva a gomito deve fare manovra c'è una portiera che non sta più chiusa perché s'è fracassata su un muretto quando l'auto è quasi ferma è l'occasione afferro lei e ci buttiamo giù la donna sembra girarsi speriamo che non usi la pistola no non la usa no filano via noi rotoliamo giù dentro un fosso asciutto nessuno ci vede neppure i carabinieri la sirena si perde in lontananza inseguendo i due coglioni rapinatori di sushi siamo ammaccati ma neppure tanto io l'abbraccio e la bacio lei m'abbraccia e mi bacia stavolta sì ci abbracciamo e baciamo nel sollievo è come alla fine dei film di James Bond quando intorno c'è tutto un inferno Goldfinger è volato a sfracellarsi e James Bond con la strafiga di turno è in un posto bellissimo che scopa e non si capisce come fa a esserci in mezzo al macello un posto così bello ma nei film c'è invece noi siamo in un fosso pieno di ciarpame e fango secco forse è merda più che fango ma è un posto bellissimo comunque perché siamo vivi e perché ci baciamo adesso lei mi bacia con entusiasmo e io la bacio e poi le dico «so che mi ami anche tu» e lei dice «come fai a saperlo?» «è perché prima quando mi hai fatto il pompino hai ingoiato e il pompino con l'ingoio è segno inconfondibile d'amore» lei sorride probabilmente è d'accordo mi sussurra «facciamo l'amore allora facciamo l'amore facciamolo tutto» io sono felice però le dico «sto ancora tremando e ti sono venuto in bocca pochi minuti fa e ho pure una certa età e c'è un tempo di latenza» lei mi tappa la bocca e vaffanculo il tempo di latenza facciamo l'amore e poi restiamo distesi vicini nell'aria che sa già di primavera sotto il cielo che sa di primavera ci teniamo per mano e io dico piano «mi spiace sai che tutto questo sia soltanto dentro una mia fantasia» e sospiro e le chiedo «a te non spiace?» lei scuote il capo «no a me non spiace anzi è meglio così perché nella realtà non amo te» «però potresti» «no guarda no non credo che potrei» «ma perché no?» «perché no» «vabbè» la guardo così bella e dico ancora «ma ti rendi conto che stiamo parlando di una fantasticheria dentro una fantasticheria? è fantastico!» lei alza le spalle «sì certo è anche fantastico però nella realtà io non ti amo» nel frattempo i carabinieri avranno acciuffato i balordi rapinatori di sushi ci alziamo e mi sembra che non siamo lontani dalla statale dove c'è la fermata dell'autobus c'incamminiamo a piedi è molto dolce camminarle accanto le dico «secondo me all'incrocio c'è la fermata del sessantasette che ti riporta in città e puoi scendere proprio all'angolo fra corso Massimo e corso Dante e in un attimo torni al sushi bar» «però ci vuole il biglietto suburbano» «tu ce l'hai un biglietto suburbano?»