L'angolo di Mommo

Stele d'avvenire


Nebbia di colline, ma scorgo caseognuno prigioniero di privata coscienzacome quest'anima che alberga inquietanell'incerto incedere d'esistenzache mi ritrovo a tessere, uniforme e spentocome tizzoni di nulla, brace di tempo.Scrivendo vi vedo, vivendo vi perdoblandi brandelli di squarci passatiho sete di voi, ma svanite d'acquanella mia landa desolata e tersa.Disturbo il sonno e vi ho davantiancora nebbia e questo sole che non c'èascolto il canto e perdo tempo, puoi tu per meraccogliere questo silenzio madido d'attesache sento nato in me, ma come pesastele d'avvenire, stella del domanicon gli occhi ti raccolgo e ti piango dalle mani.Ma tu non hai mai potuto raccogliere ciò che mi lasciavo dietro ogni passo. Tu non mi hai mai visto annodare ciò che restava e far fagotto di me, delle illusioni ventilate, dei sogni neri come il mare che più e più volte mi si è raccolto negli occhi come feroce nostalgia, per poi piangermi dalle mani, fine e lieve come il tempo trascorso insieme. E tu lo hai più visto quel mare, papà?