La sento, eccome se la sento, la pioggia di quel giornoil sapore dello sciroppo di rose, il pitosforo umido di tempoavevo la vita davanti e non sapevo coglierla, mai lo farō.Papā lava i piatti, chissā che pensagracchia la tv e nel suo pallido bianco e nero, mi rivedoseduto a giocare solo nel mio mondo.Non č pių come una volta, come non č mai statocerto sono pių alto di te, ma tu non sei tornato...Qui la sera si č vestita di chiaro, ma che gusto c'čabbandono le mie stanze, avrei voglia di tesento ancora quella pioggia, il tuo profumo le tue meleraccoglimi papā, che son stanco di cadere.
Le mie stanze
La sento, eccome se la sento, la pioggia di quel giornoil sapore dello sciroppo di rose, il pitosforo umido di tempoavevo la vita davanti e non sapevo coglierla, mai lo farō.Papā lava i piatti, chissā che pensagracchia la tv e nel suo pallido bianco e nero, mi rivedoseduto a giocare solo nel mio mondo.Non č pių come una volta, come non č mai statocerto sono pių alto di te, ma tu non sei tornato...Qui la sera si č vestita di chiaro, ma che gusto c'čabbandono le mie stanze, avrei voglia di tesento ancora quella pioggia, il tuo profumo le tue meleraccoglimi papā, che son stanco di cadere.