L'angolo di Mommo

Post N° 94


Mentre scrivo, dalla mia finestra posso osservare uno spicchio d'arcobaleno. Chissà se nel posto dove i suoi colori incontrano la terra, sono nascosti i miei sogni. Se avessi tempo andrei a controllare, se fossi un bimbo mi metterei ad urlare per la meraviglia, se trovassi il coraggio d'uscire ad annusare l'aria gonfia di pioggia, probabilmente ti incontrerei... E' in sere come questa che la voglia d'orizzonti lontani mi prende in ostaggio. Sento il mare montarmi nelle vene, sogno di osservare questo stesso tramonto ancora bimbo fra le tue braccia, col vento a scavarci gli occhi e le pupille rapite da questo intenso color ambrato, che tinge d'oro le prime stelle svelte ad apparire. Intanto, sei sempre qui. Il soffuso chiacchericcio di una radio a forma di bottiglia, che oggi non funziona più. Avevi l'abitudine di alzarti presto al mattino, da bravo marinaio. Dalla mia camera, bimbo timoroso del buio, traevo conforto da quel ronzio, da quel bagliore, che filtrava dalla porta chiusa male. Se potessi spalancarlo adesso, quell'uscio, per abbracciarti fintanto che dura il sogno, per potermi appropriare di tutti gli anni che ci siamo persi. Non ho l'abitudine di invidiare nulla al prossimo. Ma quanto c'è della tua assenza in ciò che sono, quanto avrei voluto uno schiaffo, una parola, un sorriso, una confessione, un pianto, un consiglio, un rifiuto, anche solo il tuo profumo... Quanto c'è di quello che di te non ho avuto, nella mia difficoltà ad essere padre?