Amanda Todd era una adolescente di 15 anni. Si è tolta la vita il 10 ottobre: il motivo del suicidio è stato attribuito al "cyber bullismo", ovvero a ripetute vessazioni che la ragazza ha subito via internet. Il 7 settembre di quest'anno, Amanda pubblicava su YouTube My Story: Struggling, bullying, suicide and self harm, il suo ultimo grido d'allarme: nel video raccontava la storia del sopruso subiva da anni. La storiaccia risaliva a qualche anno prima, quando frequentava le videochat in cerca di nuove amicizie; all'epoca aveva dodici anni. In un'occasione, raccontava Amanda, cedette alle moine di uno sconosciuto, che la convinse a mostrare un seno in cam. Da quel momento in poi cominciò a ricattarla. O meglio: a tormentarla. Divenne, come si dice nel gergo della rete, un "troll", ovvero una presenza fastidiosa, che si muove unicamente per dare fastidio alla pax digitale. Qualche giorno dopo, la foto del topless di Amanda fu pubblicata in rete e - un anno più tardi - ritornò come icona di un profilo Facebook. Intanto l'equilibrio psicologico di Amanda precipitava: la quindicenne entrò in depressione e cambiò più volte scuola; tentò il suicidio una prima volta, ma fu salvata in tempo. Infine, il 10 ottobre scorso, è riuscita a togliersi la vita. Negli anni la teenager ha chiesto aiuto, interpellato la polizia, si è affidata alla famiglia e agli amici, è ricorsa al supporto di specialisti. Ma alla fine, è caduta. Vittima di un troll che per anni si è divertito alle sue spalle rimanendo sconosciuto.
Bullied to death
Amanda Todd era una adolescente di 15 anni. Si è tolta la vita il 10 ottobre: il motivo del suicidio è stato attribuito al "cyber bullismo", ovvero a ripetute vessazioni che la ragazza ha subito via internet. Il 7 settembre di quest'anno, Amanda pubblicava su YouTube My Story: Struggling, bullying, suicide and self harm, il suo ultimo grido d'allarme: nel video raccontava la storia del sopruso subiva da anni. La storiaccia risaliva a qualche anno prima, quando frequentava le videochat in cerca di nuove amicizie; all'epoca aveva dodici anni. In un'occasione, raccontava Amanda, cedette alle moine di uno sconosciuto, che la convinse a mostrare un seno in cam. Da quel momento in poi cominciò a ricattarla. O meglio: a tormentarla. Divenne, come si dice nel gergo della rete, un "troll", ovvero una presenza fastidiosa, che si muove unicamente per dare fastidio alla pax digitale. Qualche giorno dopo, la foto del topless di Amanda fu pubblicata in rete e - un anno più tardi - ritornò come icona di un profilo Facebook. Intanto l'equilibrio psicologico di Amanda precipitava: la quindicenne entrò in depressione e cambiò più volte scuola; tentò il suicidio una prima volta, ma fu salvata in tempo. Infine, il 10 ottobre scorso, è riuscita a togliersi la vita. Negli anni la teenager ha chiesto aiuto, interpellato la polizia, si è affidata alla famiglia e agli amici, è ricorsa al supporto di specialisti. Ma alla fine, è caduta. Vittima di un troll che per anni si è divertito alle sue spalle rimanendo sconosciuto.