Achab

Creatura spaziale


..Le piaceva sostare tra la folla, con lo sguardo sperduto in un'era senza congiutivi, senza cardine di tempo. Rifletteva senza pensare, a mazzate pensieri inenarrabili domiciliavano nel pozzo ignifugo della sua mente. Sorrideva labilmente, designando sulle labbra un sottile taglio trasversale, edificato dall'ironia e abbrutito dalla malinconia. Respirava appena, col metabolismo lento di chi dorme, mentre danzava sull'irregolarità dei battiti cardiaci. Un'intelligenza sottile e strana, medicamentosa nei sentieri iperbolici dei dubbi, sterile nella giungla delle sottigliezze in cui si smarriva. Senza dove, dimorava in sé stessa, senza liberarsi dalle catene dell'insicurezza, un fiore raro, senza utilità, un ornamento soltanto. Rendeva meraviglioso il mondo senz'agire, ignara. Fissò lo sguardo sui lampioni semi-accesi all'imbrunire, l'arancione triste e flebile colorava le pozzanghere tenebrose, dello stesso colore gli umori che la travolgevano. Il crocchio di gente l'osservava, un nugolo di curiosi senza nome, non li vide neppure. Si strinse nelle spalle, rabbrividì nella felpa. Pensò che la sera stesse avanzando e rievocò, per qualche strana ragione, il ricordo del mare che al crepuscolo scintilliva d'azzuro dentro le sue serate infantili in spiaggia. Un manto altrettando scuro la travolse, l'accozzaglia di ricordi, la marea lacustre Scilla le vomitò in faccia senza misericordia. Le destabilizzò le certezze, si sentì ardere i polpastrelli, era arsa e folle, dolce nei gesti, un ossimoro bilanciato. Aliena nel mondo comune. Risolse, in quattro passi felpati di sopprimere quelle emozioni barbare, estranee alle carni umane. Nella luna affondò lo sguardo, che si annegò nei raggi diafani subtaneamente, il suo cantuccio alle prepotenze terrestri dimorava lì, nel broto spaziale, nel pertugio cosmico. Era un astro anche lei, dagli iridi boreali, pura e intessuta di celeste. Sorrise alla genti in cerchio, continuò a non vederli. Aveva capito, non c'era spazio per lei in quel mondo, giacché essa fosse creatura stessa dello spazio.