Achab

Lilith (Alter Ego)


Già da piccola Lilith aveva un "certo" talento per le situazioni impossibili. E' che l'impossibile l'attraeva, la tentava sfiorandole lo stomaco con una piuma ruvida, regalandole vertigini blu, un' ubriachezza leggera, un urlo nel vuoto, le regalava la sensazione d'annegare e di salvarsi un attimo prima del soffocamento totale. Quest'ultima, era un'emozione che le solleticava la gola. Un attimo prima della fine, in quell'attimo cosa c'è? Un secondo prima della salvezza, quel secondo che ti salva dalla catastrofe irreparabile, cosa contiene? E quante anime ci sono passate, là dentro? Il botro della sconfinatezza. Era quello di cui andava in cerca, Lilith. La felicità era legata alla sensazione che si prova prima di cadere, prima di sbattere, di smarrirsi. Le cose semplici le aberrava, erano strade senza ciottoli, e non le piacevano. Ma l'impossibile non ha mai fine, è remoto e si nasconde nel buio vuoto di una notte. La notte, ci disperde e ci smarrisce, non siamo noi. E' l'alter ego che brucia di propositi, che la mattina vanno tutti in fumo. Solo all'alba resucitiamo, intorpiditi da una battaglia muta coi nostri perché, con gli sprazzi di ricordi: un'immagine smunta di una palma che si muove al vento, la sensazione di protezione dietro un'imposta serrata, un vocio di bambini, lontano, e malinconio perché inafferabile, gioioso perché si rammenta la spensieratezza. E le parole.. quante in un'esistenza. E gli amori? Sì Loro. Dove sono? Quanti ne ha persi Lilith. Lilitih mi porta via ogni 59 minuti, ho un minuto ad ora per essere me stessa. E 59 per contare le abrasioni sul corpo, provocate delle mie delusioni. "Gli amori, gli amori, gli amori...." mi grida dentro. "Sono andati via, dissipati nel vento", rispondo nel mio minuto senza maschera. Dopo sessanta secondi ribatte.."Nel vento, nel vento... respira allora, respira, respira." Non sa che ci soffoco dietro quelle raffiche...