ippogrillo

Piccolo Principe


  "Ma signori, se leggere il piccolo principe aiuta veramente ad incontrare il senso della vita allora siamo messi troppo bene¡¡ Ma... io non ci credo che lo abbiate letto, scusate. Mi scusi mister, con tutto ma veramente tutto rispetto, ma le pare possibile che la storia narrata per mezzo della metafora del bambino puro di cuore e di sguardo possa esplicitare in maniera seria un concetto cosí gigantesco come quello delLA VERITA´¿¿¿¿ma... guardi che... ma lei ne é sicuro di aver capito che cos´é ?ma lei ne é sicuro di? aver capito che cos´é LA VERITA´¿¿ no perché se lei ha effettivamente afferrato il significato genuino del concetto deve spiegarmelo caspita¡¡ eh, dico io, ma neanche Kant o Nietzsche¡¡¡ ma guarda te... Mica scemo sto Principino¡"ceciliahirokoQuesto il commento a un mio video sul piccolo principe pubblicato in YT (http://youtu.be/FEBMjEpG1kA) al quale rimando e che mi da l'occasione di un chiarimento magari per punti e non solo,dato che l'argomento è importante -caspita!!!-"la Verità".-il mio proposito intanto dato il luogo non era disquisire sulla Verità ma di difendere un'opera che suscita reazioni opposte,forse esagerate in entrambi i sensi dall' essere definita "insopportabile"..ciò  con le mie argomentazioni..magari discutibili ma argomentazioni.-Devo purtroppo o per fortuna confermare di averlo letto,riletto e registrato per intero facendone un video di cui ho pubblicato due frammenti sempre in  YT,quindi l'ho anche studiato,analizzato e addestrato la bambina che lo interpretava .-il concetto di Verità....da Aristotele nella metafisica ad Heiddegger, Jaspers ...Se ne è discusso per tutta la storia del pensiero sempre scindendo..Verità ontologica..Verità della proposizione.. corrispondenza, coerenza.....in senso metafisico o pragmatico,come autorivelazione dell'essere mai completa (perchè con Heiddeger quando l'essere si autorivela si sottrae all'Ente). Insomma la Verità non è conoscibile ma non è detto che non ci si possa avvicinare sempre un po' di più(anche in matematica c'è una tendenza asindotica all'infinito a cui mai si arriva) o che non si possa produrre una Verità collettiva che consente una esistenza più ricca rispetto ad altre.La relatività del concetto non significa di per se che tutto è uguale e indifferente.L'unicità e la pluralità delle Verità si accordano secondo Jaspers nella tensione continua verso quella Verità.-Solo per sua informazione ho partecipato a convegni sulla Verità "filosofica"in cui partecipavano i migliori filosofi italiani del calibro di Sini e Curi-ma vorrei tornare al "Piccolo Principe" e dirle che a me piace perché mi ricorda molto la figura di Socrate che amavo ai tempi del liceo,...non proponeva una sua Verità ma la andava verificando nelle proposizioni altrui,distruggendo convinzioni e certezze..certo Socrate lo faceva con l'ironia e la sottigliezza dell'uomo smaliziato,del filosofo del sofista,il Piccolo principe affronta con l'ingenuità di un bambino un mondo nuovo per lui fatto di piccoli pianeti dove chi ci abita occupa tutto lo spazio disponibile sentendosi indispensabile..e questo lo fa riflettere..invece di credere si pone un problema..per lui diventa un problema di senso e non proprio di Verità.-In lui forse potremo trovare anche qualcosa di Nietsche (vedi "umano troppo umano"): anche l'altruismo maschera un egoismo..se stiamo tutti bene stiamo meglio anche noi...quello che facciamo per gli altri spesso lo facciamo prima di tutto per noi,quindi non c'è nulla di disinteressato se ragioniamo con un orizzonte più ampio . Ma il suo prendersi cura (del Piccolo Principe) rivela anche che la propria identità si verifica e si definisce nel riconoscimento dell'altro,sia pure un fiore  e nel confronto con gli altri diversi che incontra nel suo viaggio e che si limita a cercare di capire e ai quali non si contrappone polemicamente,ma prende spunto per una riflessione che lo porta a cercare ancora altrove.E poi c'è la dimensione dell'amore..ancora verso un essere inanimato che lo spinge a rifare un viaggio di ritorno,come  certi  eroi mitici  che spinti dal "furor amoso" e soltanto da esso riuscivano a varcare i confini dell'Ade.Per restare al mito c'è un unico momento in cui la verità si disvela ed è il momento in cui Gea (fino a quel momento  Cton) andando sposa ad Urano vestita del proprio manto nuziale si toglie il manto per ricevere quello trapunto di stelle e firmamento che Urano ha preparato per lei e con il quale subito la ricopre..da quel momento quel che vediamo della terra..di Gea non è più la sua essenza ma solo la sua immagine,quella che il nuovo manto aderendo su di lei riproduce..non la cosa in sè ma  la sua rappresentazione.Un altro paradosso logico si nasconde dietro il concetto di Verità...."Io mento"questa cosa è vera se e solo non è vera.-Ma per ritornare al piccolo principe perchè non  ammettere che per riscoprire il mondo nella sua "Verità" ora possiamo dire relativa e molto parziale ma anche un modo più vero e autentico di amare...di mettersi in relazione e di guardare oltre( "ciò che conta è invisibile agli occhi"e qui forse potrebbe riandare al meraviglioso racconto di Raymnd Carver "La Cattedrale")può servire ritornare a osservarlo e vederlo con occhi infantili..in fondo lo aveva detto anche Pascoli che di cose del mondo ne sapeva...Un cordiale salutoValter