ippogrillo

CURIOSITAS


 curiositàC'è un parallelismo stretto negli antichi tra vedere e conoscere.Conoscere sembrerebbe lo scopo profondo dell'esistenza se non fosse che sin dall'antichità chi ha cercato di conoscere troppo ha commesso peccato di hybris ed è stato punito in vari modi. Quindi conoscenza ma senza superare i limiti posti dalla natura umana. Quanto sta al di là è per sua natura inconoscibile e quindi non svelabile . Leopardi afferma che per l'uomo è meglio non sapere:quel tanto di felicità concessa all'uomo consiste nell'ignorare la propria natura e il proprio destino.La curiosità esprime un modo particolare di cogliere e apprendere il mondo,non si preoccupa di comprendere ciò che vede ma solamente di vedere. Cerca il nuovo per andare verso altro nuovo,interessa non un rapporto genuino con la realtà ma la possibilità di abbandonarsi al mondo..c'è una incapacità di soffermarsi su ciò che si presenta è irrequieta,eccitata,spinta continuamente verso il cambiamento. Non ha niente a che fare con la meraviglia che  è il presupposto della conoscenza,ma sapere solo per poter dire di aver saputo. C'è un rapporto con la chiacchiera,due modi di essere della visione e del discorso legati dallo sradicamento,indizio di una intelligenza superficiale presuntuosa e per molti versi infantile. Per Agostino la curiositas è desiderio di informazione senza interesse per il senso e la verità,un coinvolgimento pieno nel mondo quotidiano che spinge a dimenticare la propria interiorità,vedere  senza tendere a comprendere ciò che si vede.Ritorna costante il problema fra amore e conoscenza che non si lasci distrarre dall'aspetto dall'apparenza ma che vuole comprendere la realtà dell'amore.C'è un pervertimento nel vedere che si esprime nella superficialità della curiosità e dunque nella molteplicità numerica del sapere tante cose.Riferendo quanto sopra a ciò che abbiamo sott'occhio ci spieghiamo la tendenza a passare da un canale televisivo all'altro da un video all'altro da un libro all'altro senza approfondire che caratterizza lo sguardo di adesso. Tempi minimi di concentrazione necessità di cogliere tutto nel primo minuto,bisogno di passare subito ad altro,stimoli intensi atti a colpire la fantasia e lo sguardo, curiosità per non riflettere per non andare a fondo ,per cogliere l'attimo (la telecamera che fissa l'istante della caduta,dell'evento strano,tragico,ridicolo insulso del gesto inconsulto,stupido per immortalarlo allo scopo solo di stupire di richiamare l'attenzione e attestare il valore di chi è stato in grado di raccogliere l'immagine nell'atto in cui si forma).Bene attenti a non andare  oltre,a non cercare quella conoscenza che ostentando il tragico della condizione umana potrebbe turbare quella illusione che si cerca di protrarre ancora per un attimo e poi un attimo ancora...