FUORI dal CORO

LA MORTE DI COSSIGA NON CANCELLA QUELLA DI GIORGIANA MASI E DI ALDO MORO.


Il nostro paese ha l'abitudine di incensare i morti, parlarne bene da morti, mentre da vivi venivano criticati o avversati o ignorati. E' morto Cossiga e si sono sprecati elogi vari, qualcuno lo ha definito "statista". (Parola usata impropriamente -per me- anche per Moro e Craxi).Io invece non posso che confermare il mio atteggiamento di sempre: rispetto per la morte di una persona (bisogna avere, sempre, la pietà umana), ma poi c'è il giudizio sull'uomo pubblico, sul politico. E qui non posso dimenticare che Cossiga, da ministro dell'Interno, venne in Parlamento a negare l'evidenza, quello che foto e video e manifestanti testimoniarono: i poliziotti travestiti da autonomi che sparavano ad altezza d'uomo. A rimetterci la vita fu una giovane ragazza, Giorgiana Masi, colpevole di trovarsi lì per mettere una firma ad un referendum radicale. I poliziotti ebbero atteggiamenti duri e violenti anche nei confronti di alcuni parlamentari. Cossiga fu responsabile, sicuramente politicamente, se si fidò dei suoi dirigenti di polizia, o direttamente se fu lui a dare l'ordine di sparare ad altezza d'uomo travestiti da autonomi.Poi c'è la morte di Aldo Moro, per la quale Cossiga si dimise. Ma intanto "il partito della fermezza", di cui faceva parte assieme ad altri dirigenti della DC e del PCI, uniti anche in questa occasione (da anni lo erano nella spartizione del potere), rifiutarono ogni minimo spiraglio di trattativa con le Brigate Rosse per salvare la vita di Moro, come invece volevano, in maniera pubblica e trasparente, socialisti e radicali. Atteggiamento diverso ebbero invece i dirigenti della DC quando si trattò di salvare la vita di Cirillo, dirigente democristiano della Campania. Lì trattarono, in segreto, con camorra e servizi segreti. Cirillo fu liberato e salvato.Poi si può certamente aggiungere che Cossiga è stato un democristiano quanto meno di "ispirazione liberale", sempre disponibile al dialogo con gli avversari, persona intelligente e ironica, di cultura. Di una generazione di politici cosiddetti "della Prima Repubblica" che -pur con le loro malefatte e responsabilità gravi- avevano cultura, quella che ignorano completamente i politici che fanno a capo a Berlusconi e a Bossi, i trogloditi della politica con i loro "yes-man" di cui si circondano. Ma tutto questo non cancella le sue responsabilità politiche (c'è anche l'affare Gladio...ma il discorso si allungherebbe..)