Mondo contadino

Quando San Giuseppe corteggiò la Madonna


 Rubicondo e con i capelli ricci, come un Gesù bambino, fui invitato da zia Maria Nicola al convito di san Giuseppe, imbandito il 1° maggio, nella festa del Patrocinio. In ossequio alla consuetudine, furono invitati anche un uomo e una donna, che insieme a me simboleggiavano la Sacra Famiglia. Ma mi trovavo a disagio al fianco di quel san Giuseppe, che aveva la la barba fluente del santo e il carattere inaffidabile di un incallito bestemmiatore. La Madonna, invece, mi piaceva molto perché era bella e chiedeva continuamente di me, cosa facessi e cosa volessi fare da grande.Eravamo al centro della tavola e al centro dell’attenzione dei commensali, davanti al quadro votivo del santo, quando zia Maria Nicola dette inizio alle sue cantilenanti litanie, con gli invitati in coro che rispondevano orapronobisse.Il pranzo offerto per i poveri iniziò con un piatto di fagioli, appena prelevati da enormi pignatte, che se ne stavano a sbuffare nuvole di vapore sotto il camino. Poi ci fu servita la verdura di stagione. Dopo gli spaghetti con le alici, divorammo una bella porzione di baccalà origanato, con una foglia di alloro e un bel pomodoro alla sommità. Quando fu posta l’enorme insalatiera con i maccheroni con la mollica al centro della tavola, notai che tanti allentavano la propria cintura ai fianchi, per assaggiare, per devozione, anche quel tipico piatto.Anche il vino era buono e san Giuseppe ne beveva molto. Ne abusò tanto da non accorgersi di dare scandalo ai commensali. Iniziò sfacciatamente a fare la corte alla Madonna. Chi dovette subire, nell’imbarazzo più completo, quell’inopportuno e blasfemo corteggiamento fui io, posto innocentemente tra loro due, ad ascoltare parole irriguardose e oscene che nessuno mai si sognerebbe di indirizzare alla Vergine.