Mondo contadino

LO STRANO MANIFESTO IN PIAZZA


Un giorno , in tutte le piazze d’Italia, e quindi anche nella piazza di Toro, si ebbe a leggere uno strano manifesto che, a caratteri cubitali, riportava quanto segue: “ Per l’adempimento della legge, nell’interesse della Patria in armi, vostro e dei vostri familiari, prendete visione degli affissi manifesti contenenti il testo del decreto 27/2/42 del Sottosegretario di Stato per le Fabbricazioni di Guerra relativo alla requisizione dei manufatti in rame. Nel manifesto sono indicate la data e la gradualità alfabetica dell’ordine di requisizione nel Centro di Raccolta in questo Comune sito presso la Casa del fascio.I detentori di manufatti di rame soggetti a requisizione che, non osservando i termini di consegna sopra indicati, venissero a trovarsi ancora in possesso dei manufatti stessi successivamente alla chiusura del Centro di Raccolta, verranno senz’altro deferiti all’Autorità Giudiziaria, a norma della legge 8 luglio 1941- XIX n. 645 ”.La requisizione riguardava tutti i tipici oggetti per uso familiare: tine, conche,mestoli, caldaie da bucato e da mosto, bracieri,brocche, scaldini, ecc. ecc., Nella casa del Fascio, presso l’Annunziata, furono depositati quintali di oggetti in rame, ma qualche donna aveva astutamente celato la sua tina, qualcun'altra “u’ manire” , qualcun’ altra la cottora che serviva per la salsa e il mosto, che furono recuperate dai fondaci o dalle campagne alla fine del fascismo. A Pietracatella ci fu una vera e propria sommossa popolare atta ad impedire la consegna della tina e del paiolo e solo l’intervento del Commissario Prefettizio scongiurò il peggio.Da Montagano si domandava al Prefetto di specificare se la tina per attingere l’acqua dovesse effettivamente essere consegnata, considerando che i pozzi sono tutti a grande distanza dal paese.Da Casacalenda il Podestà manda al Prefetto l’istanza della Signora Marietta Sensibile per “esonero consegna caldaia di rame” in quanto la donna svolge la professione di lavandaia e che quell’oggetto è indispensabile al mestiere che esercita, che rappresenta la sua unica fonte di sostentamento.Un bando successivo permise che si requisissero anche le ringhiere in ferro, come quella di inizio di Via Roma, al cui posto fu installato un imponente ballatoio in legno, ma fu fortunatamente salvata quella lunga, robusta ed elegante montata sul Barbacane. L’intervento diretto dei Trotta, che avevano la casa protetta da quella bella inferriata, costruita e montata dai bravi fabbri toresi, dovette essere decisivo per non doverla sacrificare per i cannoni della patria, e dobbiamo rendere merito a loro se ancora possiamo ammirarla.