Come furie selvagge perquisivano il paese le armate tedesche, senza pietà per quella misera popolazione, che ormai non aveva più nulla da offrire all’avido rude occupante. Solo qualche anno prima una coppia di poveri contadini era riuscita ad acquistare un asino per poter trasportare la legna dal bosco fino al paese. Quando Antonio e Nicola erano finalmente giunti alla maggiore età, il padre aveva fatto finalmente il grande sforzo di indebitarsi, pur di acquistare per il faticoso lavoro dei figli la necessaria vettura. Quando gli affari sembravano andare bene e potevano sperare di mettere qualcosa da parte per estinguere il debito il destino riservò loro una sorpresa. Una notte, anche per loro arrivò l’indesiderata visita dei soldati tedeschi per requisire il loro asino, un ruffiano, loro concorrente nel commercio della legna, aveva indicato ai tedeschi il nascondiglio dell’animale. L’animale fu preso dai soldati e condotto in riva al fiume, dove, in un ampio recinto i soldati tenevano sotto la scorta di due sentinelle ogni sorta di animale : cavalli, muli, pecore, porci, prelevati ai contadini per assicurarsi sia il trasporto delle loro armi e, inoltre, godere del quotidiano rancio durante la precipitosa fuga verso il nord. I baldi fratelli, pur di non vedere piangere il loro anziano genitore per il grave furto subito, armati di gran coraggio, sfidarono le sentinelle tedesche a guardia degli animali, si intrufolarono in piena notte nel recinto, riconobbero l’asino , sciolsero lentamente la briglia che teneva legato la loro bestia ad un palo e, quando ormai pensavano di avercela fatta, una delle due sentinelle intimò improvvisamente l’alt col mitra spianato. Vistosi scoperto, Antonio prese a fuggire, ma venne prontamente riacciuffato dalla sentinella . Nicola che era rimasto nascosto dietro un cespuglio ad attendere Antonio, avendo scorto improvvisamente il fratello in grave difficoltà si era precipitato contro la sentinella spintonandola nel fiume. La sentinella cadde in acqua e cominciò ad annaspare, non sapendo nuotare gridò disperatamente aiuto, e subito Antonio, tuffatosi in acqua lo riportò a riva. Quando il salvato e il salvatore giunsero a riva, con viso beffardo l’altra sentinella finse riconoscenza e prese a complimentarsi con il salvatore. Per gratitudine verso di lui decise che gli avrebbe ridato il suo asino, ma intanto bisognava festeggiare l’avvenuto salvataggio del compagno. Perciò lo pregò di procurare una buona bottiglia di rosso, che Antonio andò a prendere a casa. L’ingenuità di Antonio era stata grande quanto il suo buon cuore, quando raggiunse felice il fratello per festeggiare insieme ai tedeschi l’avvenuto salvataggio e il recupero della loro vettura, Nicola aveva già completata l’opera ordinategli dalle guardie, avendo dovuto scavare la fossa che li avrebbe visti, dopo un solo colpo alla nuca, sepolti abbracciati, così come li trovava a letto la loro mamma ogni sera. Quella loro mamma, che in seguito, per il gran dolore, impazzì.