Una mano che è sempre aperta o sempre chiusa è una mano storpia. Un uccello che non sa aprire e chiudere le ali non volerà mai.
COSA VI DÀ LA MONTAGNA E LA NATURA IN GENERE ??
Dunque, io sono convinta che la natura ci aiuta molto anche dal punto psicologico, io trovo un grande benessere quando passo una giornata o più giornate in montagna, ho proprio la sensazione di ricaricare le pile, di scoprire un pò un altra parte di me stessa... Scontato forse ma, sicuramente, ad ogni ognuno di noi, dà qualcosa di diverso.
IL MISTERO DELLA FELICITA
Sul verde letto del prato,nell'antico giardino degli avi,piccoli germogli spuntano,mi comunicano la loro tacita magia.Nere formichine percorronoinvisibili strade, in processione,e non vogliono che io le segua.L'occhio mi si dipinge di blu,mi si occlude.Respirano aria e vino le mie narici,e, inebriate,inebriano il cielo.Corro scalzo sulle spine,minuscole particelle che mi attaccano,si confondono con la mia carne.Spicco grandi balzi.
Primavera! È il motore di rinnovamento di ogni cosa che era stata rimessa e accantonata dall'inverno con la promessa di una successiva resurrezione: tutto si rinnova! Anche l'Amore che eccitato dagli influssi profumati e caldi che gli conducono i nostri sensi cede alle promesse di questo nuovo tempo e si rimette in gioco. Silvano Montanari.
Una visione solleva desideri
occhi stanchi osservano orizzonti di grano
suono di sax in una radio compagna di ricordi
nell'andare e venire delle nostre case a motore.
Ma un giorno torneremo essenza....
Esistono spiriti, che non appartengono ad un Mondo normale.
Esistono anime, che, se pur convinti di conoscere bene non possiamo sapere dove si poseranno le loro ali.
Alcuni di questi si allontanano in silenzio lasciando dietro di loro molti ricordi. A volte li puoi percepire, hanno quel loro modo diverso e quei loro occhi che sembrano appartenere a qualcosa di molto lontano. E da quel momento, l'unica cosa che avremmo di loro, sarà quell'ultimo sorriso, prima di aprire le ali e svanire nel domani.
L'albero della speranza, con le radici nel silenzio e le fronde nel cielo, produce frutti di pace per la vita del mondo.
Sempre detto che senza acqua non c'è vita: l'acqua pura coltiva una vita fiorente, l'acqua inquinata d'interessi sporchi coltiva guerre e raccoglie morti.
Che bello spettacolo l'acqua che si trasforma in neve, com'è bello osservare e sognare di fronte ad una nevicata. Leggeri fiocchi cadono dal grigio, tempestoso cielo, danzando e roteando scossi ed accarezzati da un docile soffio di vento che li trasporta, li fa vagare, tra i rami rinsecchiti e intimoriti dal freddo e gelo di questi momenti. La neve discende orgogliosa e si placa sul terrestre, invernale manto ricoprendo soffice il terreno. Davanti a tali spettacoli di questo pittoresco e fantastico scenario e aspetto dell'inverno, balza subito l'idea di riflettere. I fiocchi che cadono allegri di colore bianco, magari da un cielo notturno illuminato dalla pallida luna ci fanno pensare alla purezza, all'umiltà, e ci presenta di fronte il seguente quesito: diamo noi importanza alle piccole cose umili che fanno sognare e crescere, com'è ad esempio una nevicata, una cascata fatata di acqua; o cerchiamo l'allegria in oggetti materiali che non ci donano la gioia vera?
progenitrice d’ogni cosa
la natura accoglie in grembo
senza distinguo chi l’ama
e chi stolto la saccheggia.
Con calamità audaci
ammonisce l’opposto,
funesto equilibrista
discendente immemore
dello stesso Creatore.
L’antagonista folle
incede incurante
della propria progenie
e d’ogni specie vivente
a lui stesso coabitante.
Volitivo, prepotente
graffia il destino
l’esistenza futura,
convinto d’asservire
Madre Natura.
"Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra;
soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra»". (Gen 1,27-28)
Se la pienezza della vita consiste nel vivere la vita come dono, l’uomo raggiunge la maturità quando diviene capace di far dono della propria vita. Si tratta del compito più impegnativo, dell’esame più difficile da superare nella vita, e in cui i “bocciati” non sono pochi.
Si tratta infatti d’imparare e di vivere l’ideale, di saper, giorno per giorno, far dono della nostra vita ad un altro, ad altri che possano vivere attraversi il nostro dono. Chi non è capace di vivere e di migliorarsi in questa dimensione sponsale dell’amore, potrà pure avere anagraficamente un’età “adulta”, potrà pure diventare ricco e famoso, ma è e resta un immaturo, una persona realizzata a metà e forse anche meno. Per questo la dimensione sponsale dell’amore, quella del dono della vita per dare vita, accomuna tanto la vocazione al matrimonio quanto quella ad una consacrazione per costruire con Dio una “famiglia spirituale”. Sono due modi tanto diversi, eppure completamente per i bisogni dell’umanità e della Chiesa, di vivere la medesima realtà.
Così, al giovane che si introduce nell’età matura Dio dice di “lasciare il proprio padre, la propria madre”, nel senso di una realtà divenuta ormai una comoda prigione, per entrare nell’età adulta. Si tratta di lasciare l’età del solo ricevere per entrare nell’età in cui dobbiamo anche saper dare. Solo così l’uomo realizza in pieno la vocazione fondamentale di vivere ad immagine di Dio.........