Gratta le nuvole con la punta luccicante.Le chiede cosa la leghi a lui. "E' quell'odore che ha. Davvero.""Solo quello non può essere. Se si tratta di sesso, tanto vale dirlo.""No, che dici! Sesso, io. Non si fa neppure poi tanto.""Ah, ecco!""Guarda che non ci arrivi. Un sentore tanto delicato da rimbambire."Giuro.La scorsa notte mi sono sposata. Le amiche erano tutte lì, e mi lanciava arancini di riso dalla scalinata.- Poverina.- Neppure il tempo di una dieta.- Di una lampada.E c'era Uovo.- Più di tutti, maledico quest'unione e l'uomo che hai scelto. Poi, ti ricordo che ti amo. E, quando non sarai più bella, ripiegherai su me."Ho fatto un sogno strano. Sposati, immagina un po'."Ci stavamo perdendo."Hai visto dove stiamo andando?""Sì. Conosco la strada.""Non devi vergognarti di chiedere."Gridava e rimbombava, anche lassù ci avrebbero sentito. Tocca il cielo con la punta brillante, il mio imbuto.Attraverso il lenzuolo filtra una luce grigia e greve. Sembra domenica e sembra voglia piovere. Ma sono di buon umore e anche lo specchio che mi fissa coi capelli in disordine, tutte le cose più repellenti riunite in quella stanza posso tollerarle. Allungo una mano. "Ho fatto un sogno.Io e tu, te l'immagini?""Passami il posacenere."E il cuscino, lo specchio e il mio imbuto.Sta già urlando, mi sembra.