Città-ragnatela

Primavera precoce


La mia banda suona il rock. Sotto la finestra, finché non mi sveglio. Mi alzo passando in rassegna le ultime ore della sera precedente. Ci sono io e c'é il divano, il televisore privo di audio ed un'arancia sbucciata. E prima c'era un pomeriggio cupo, e una mattina di primavera. Ho detto qualcosa al telefono a Muto, ma non ricordo bene cosa, figuriamoci lui. L'ennesimo forellino sul cartone. A riscossione del premio, la mia sagomina si staccherà, in un sentore di asilo nido e succo di frutta. Ho rinviato per la quarta volta l'appuntamento di studio con Uovo, il maniaco dei sequestri. "Ho i compiti svolti," mi ha ricordato prima di riagganciare.Trovo il re sul ponte levatoio. Perché espiamo ogni colpa, ci trasciniamo sui ceci finché il mare non é in vista. E lì ci fermiamo. Perché il blu é immoto come in una vecchia cartolina di Capri, con l'albero ritorto e quel tanto di grigio abbandono che ci lascia parlare in pace. Così esterno ai cani che ci latrano dietro quei due o tre dubbi che ho, li lascio cadere nell'acqua finché la trasparenza più terribile che ci sia non li inghiotte.