Città-ragnatela

Istantanea


Fuori piove. Entri senza strofinare le suole sullo zerbino, sei già arrivato al bagno prima di ricordare di salutarmi. E lo fai; da lì, fra uno zampillare e un tiro di sciacquone. "E' pronto?" chiedi."Quasi."Ti sto irritando. Pretendi sia tutto in tavola da ore, ma bello caldo e croccante, e che accavalli le gambe mostrando  le calze dell'amore, e che i miei capelli non odorino di arrosto. Ti accontento, perché amare significa donarsi.Facciamo l'amore, e poi giaci immobile, come morto. Con una mano tremula indichi il posacenere, poi le sigarette e l'acqua, ed infine l'interruttore, perché c'é troppo buio. Ancora l'interruttore, perché c'é troppa luce.Tempo fa ti avrei detto mille cose. Non oggi. Mi basta sentirti russare sommessamente.Ti svegli due o tre volte per lamentarti della luce che filtra attraverso l'avvolgibile, allunghi una mano a stringere la mia. "Ogni volta che dormiamo insieme é uno strazio. Questa luce, ah!" e ti rannicchi come un vampiro.Mi alzo in punta di piedi e vado a sedermi in cucina.