Città-ragnatela

Ingrata


Una storia d'amore. Che finisce male.Questo pezzo partecipa all'ultimo gioco letterario proposto da Writer Ma io,ingrata....- Come faccio a raccontarti tutto dal principio, capirai che ce ne vuole.- Nemmeno un minuto di più. Sapessi al buio per quanto tempo ho sentito bruciare il cuscino, e non lo meriti.- Non voglio pensi che abbia costruito tutto su una bugia. Era una perla. E non dire che anche le perle nascono da un briciolo d’immondizia.Nella galassia di conchiglie, cocci verdi e monetine ossidate, solo tu non mi avevi ferito la pianta dei piedi. Sentivo posarsi le api sui capelli, tanto ero leggera e, dopo la puntura e una strofinata d’aglio sul bitorzolo perché non gonfiasse, odoravo di bruschetta.Così, in quell’estate che sapeva di limone e ombra, abbiamo fatto l’amore. Ero foderata di velluto. Guardavamo dall'acqua certe volute come ami barocchi sollevarsi dall’orizzonte trasparente, supponevamo provenissero da un incendio, da qualche parte non lontano da lì, e sospiravamo, facendo bolle a pelo d'onda. Ardevano le case, e palpitavano gole.- Poi cos’è cambiato. - Stai rivangando.- Non è vero.- Ho portato tua madre fra le braccia a casa la notte in cui è morta, ti ho guardato vestirla. Allontanarti da me. Ma io t’ho aspettato, finché non sei tornata. Per sette anni t’ho inseguito. Ingrata.Poi ho incontrato lui.  Sei stata l’unica per me. E io inveceio.