Città-ragnatela

Mura in libreria


Fa uno strano effetto quando V. entra in libreria che é quasi mezzanotte. Tipo un limone strofinato sulle gengive.Sto per dire "quello, io lo conosco", ma non saprei a chi.Il commesso con la maglia viola sonnecchia nascosto da una montagna intatta di volumi su volumi della Troisi, Muto sfoglia l'ultima creatura Clerici&Moroni, e io sono sola davanti ad una pila di offerte imperdibili col quindici per cento.Voglio tornare a casa. Ottavia é impraticabile coi tacchi. Questo perché é pensata da una donna per altre donne. Muto fa lo scemo con la signora delle pulizie, dopo gli tiro il collo. V. si avvicina, afferro una porcheria fantasy a caso per darmi un tono. Dovrei esserci io con la mia faccia rosa in cima a quella montagnola, che nervi."Non pensavo ti piacesse questo genere," dice. Cavolo no, la Troisi e il suo schifoso mondo emerso. Lo butto via."Ogni tanto mi piace darmi a letture più... così. Che c'é di male?""Meglio Topolino.""Bah. E che ci fai ad Ottavia a quest'ora? Non posso neppure vantarmi con le amiche di conoscere uno scrittore.""Domani dovrò presentare il mio libro alla fiera del lichene in fiore. Che vegetazione ricca, avete.""Noi non ci curiamo di queste cose. I burroni, il passo nero e puzzolente del fiume, le distese di sabbia che cantano se appena si alza il vento, é questo che ci piace.""Tanto dopodomani me ne vado. A Milano c'é un'esposizione di orchidee nere con degustazione di tartufi neri, Naomi sfilerà su un palco di onice, io parlerò del mio prossimo libro e Ermenegildo canterà.""Ermenegildo? Ray é morto, certo."Rimaniamo zitti per un po'. Mi sento tirare una manica. "Che maleducata. Non vi ho presentati. V., lui é Muto.""Muto? Oh, mi dispiace."Muto si arrabbia sempre per cose del genere. Non capisco perché.