CARICO A CHIACCHIERE

SONO STATO DA ANTOINE....


"Chi è Antoiiiiiiiiine?". Antoine è il mio coiffeur,  il maestro acconciatore, il mago tricologo, il Benvenuto Cellini del capello, il curatore fallimentare dei candidati all'incipiente calvizia. Antoine è colui che se un incauto cliente,  per sbaglio o  per mera distrazione, si permette solo pronunciare il sostantivo "barbiere" nel suo salone, invita i suoi collaboratori a sospendere l'attività e buttar fuori, con molta delicazzitudine, lo sprovveduto utente. Un giorno accadde tutto questo senza che nessuno avesse parlato: oh!...non aveva letto nel pensiero di un  coglianazzo che in quel momento stava pensando all'opera "Il Barbiere di Siviglia" di Rossini? Antoine, per ottimizzare il suo lavoro,  concede  solo due giorni alla settimana (mercoledì e giovedì)  agli incontri  per appuntamento: si telefona qualche  giorno prima e si prenota  il "rendez-vous" con il Vate. Bellissimo l'ambiente, elgante e raffinato, comodo e accogliente, musica sottofondo, silenzio quasi religioso: i clienti difficilmente chiacchierano tra loro,  si parla sommessamente con  colui che ti sta servendo, niente che possa guastare un idiliaco clima di serena convivenza e di beata distensione. Spesso penso al tempo che fu, ai momenti in cui  si andava dal barbiere sotto casa, la barberia di una volta: niente appuntamenti, ti affacciavi al salone e chiedevi : "Quanto tempo c'è da aspettare?". E quel ruffiano dell' esercente:  "Pochissimo... prontiiiiii!!!".  Magari  ne   dovevano   passare    altri   tre che   non erano presenti  fisicamente ma aleggiavano  nell'ambiente!   Radio a tutto volume, niente sottofondo ma  musica a palla: Morandi, Ranieri, Mina, Reitano e tutta  la musica  che a quel tempo andava di moda, chiacchiericcio a tutto spiano, massimo cameratismo tra i clienti: i caffè si sprecavano nell'attesa del proprio turno, si offriva a tutti, conoscenti e sconosciuti per il solo piacere  dello stare comunque insieme, la voglia di ingannare il tempo imbarcandosi in "scontri"  sulla politica,  sull'attualità e sul...calcio.  Se entravi nel salone e la tua fede calcistica era nota agli astanti, se la squadra del cuore aveva vinto la domenica precedente, ti apostrofavano: "Avete un culo grande quanto una cassa di birra Peroni, siete i soliti protetti.....andate a rubare a San Nicola, ladri appofittattori......" E giù discusioni a non finire: "Se giocava Rivera......se l'allenatore non sostituiva  Mazzola....se il cornuto dell'arbitro non dava quel rigore che ha visto solo lui e quella pantegana (eufemismo) della moglie....ecc.ecc". Pernacchie e fischi erano ricorrenti, la norma era  "ruota libera"  per tutti, compreso il titolare. Se volevi ordinare qualcosa al bar, bastava fermarsi sull'uscio e ad alta voce: "Peppino, muvete', tre caffè, due birre e un cono da 100 lire cioccolato e crema!"....e Peppino, senza uscire dal bar difronte, con lo stesso tono di voce: "....Aspettate, mo' teng' gente al banco!". Che tempi, che ricordi: che ne sa  Antoine di tutta 'sta giostra con la sua giovane età: "Dottor Carlo, oggi proporrei un taglio.....". Ieri invece: "Come li vuole  i  capelli,  dottore?". Chiedeva  con deferenza il barbiere di una volta......"Non sono dottore... sono solo infermiere...e possibilmente, dopo averli tagliati, me li restituisci perchè li colleziono!"...........continua: coglierò l'occasione per introdurre un altro argomento correlato....."Le conversazioni dal parrucchiere sono la prova inconfutabile che le teste servono per i capelli". (K. Kraus)