Corbezzolina, c’è un posto dove hanno pensato anche a noi maschietti. In quel di Monteprato di Nimis (UD), ogni inizio d’agosto e da trent’anni a questa parte, si celebra la festa dell’uomo. Una processione con un suo “ santo”. Ero convinto si trattasse di san Cazziano apostolo, ma mi si sono dovuto ricredere quando ho compreso che c’entravano Priapo e Dioniso, due che quando si trattava di falli, la sapevano…lunga!!!! Ebbene, una sagra pecoreccia, una festa paesana che attira migliaia di visitatori: un bel grosso e maestoso simbolo genitale portato in processione per il paese con devozione quasi mistica. Rinvangando quindi momenti storici di un lontano passato, scomodando le “Falloforie” per ricevere favori dagli dei interessati, scimmiottando un rituale vetusto e obsoleto, il ligneo fallo gigantesco, vaga per le vie del paese adorato, invocato dalle donne che tentano tutte di toccarlo o almeno sfiorarlo per ottenere fortuna e fertilità. E’ vero, il tempo passa, muta tante cose però, certi costumi, alcune usanze, sono dure a morire: abbiamo bisogno comunque e sempre, di attaccarci alle radici, alle tradizioni, a tutto ciò che può darci un fil di speranza, coltivare un desiderio che attende di essere soddisfatto. Ecco quindi la credenza popolare, la superstizione che vince su tutto e come insegna il buon Edoardo: non è vero ma ci credo! “ Fallo…sempre: tocca e ti sarà dato!”.
UN FESTA, UNA PROCESSIONE E UN...
Corbezzolina, c’è un posto dove hanno pensato anche a noi maschietti. In quel di Monteprato di Nimis (UD), ogni inizio d’agosto e da trent’anni a questa parte, si celebra la festa dell’uomo. Una processione con un suo “ santo”. Ero convinto si trattasse di san Cazziano apostolo, ma mi si sono dovuto ricredere quando ho compreso che c’entravano Priapo e Dioniso, due che quando si trattava di falli, la sapevano…lunga!!!! Ebbene, una sagra pecoreccia, una festa paesana che attira migliaia di visitatori: un bel grosso e maestoso simbolo genitale portato in processione per il paese con devozione quasi mistica. Rinvangando quindi momenti storici di un lontano passato, scomodando le “Falloforie” per ricevere favori dagli dei interessati, scimmiottando un rituale vetusto e obsoleto, il ligneo fallo gigantesco, vaga per le vie del paese adorato, invocato dalle donne che tentano tutte di toccarlo o almeno sfiorarlo per ottenere fortuna e fertilità. E’ vero, il tempo passa, muta tante cose però, certi costumi, alcune usanze, sono dure a morire: abbiamo bisogno comunque e sempre, di attaccarci alle radici, alle tradizioni, a tutto ciò che può darci un fil di speranza, coltivare un desiderio che attende di essere soddisfatto. Ecco quindi la credenza popolare, la superstizione che vince su tutto e come insegna il buon Edoardo: non è vero ma ci credo! “ Fallo…sempre: tocca e ti sarà dato!”.