Non so di preciso a chi sia venuto in mente, certo era che il “mucchio selvaggio” si era organizzato per una partita di pesca! “Mi spiace ma non contate sulla mia presenza! “. Era stata la mia lapidaria e decisa risposta quando mi hanno invitato. “Carle’, nemmeno per sogno, devi venire, ci siamo tutti e devi esserci anche tu!”. Levataccia alle ore 03.00 in piena notte, mesto corteo di macchine per raggiungere il porticciolo di San Foca dove Gaude’ (Gaudenzio) aveva affittato dal giorno prima, un barcone molto grande con motore. Eravamo in undici e appena sistemati a bordo, siam partiti in piena notte illuminati da una luna che mai avevo visto così vicino a me: soli al largo, qualche sporadica luce in lontananza, mentre alle nostre spalle la costa si allontanava sempre più. Illuminati a bordo da lampade vivide, giunti in un posto (????) abbiamo lasciato andare l’ancora e ci siamo accinti alla pesca. Ognun per sé, con la propria lenza e con la propria pazienza: io inoltre, ci ho messo del mio, mi sono anche addormentato con la lenza tra le dita. Chiaro perché non mi piace andare a pesca? Ebbene, non so quanto tempo sia rimasto in quella condizione, tra l’altro con la semioscurità era difficile avere una buona visuale, certo è che sono stato svegliato improvvisamente dal chiacchiericcio degli amici che si era fatto insistente: “Oh, ma che succede?”. Ho chiesto a Pila’ (Pilato) che era il più vicino a me: “Dormi Carle’, non ti preoccupare…è il motore che non riparte!”. “Azz!!!! E me lo dici così?....”. Mi guarda sorridendo: “No! Ora te lo dico cantando, anzi avverto gli altri e ti informiamo in coro…che dici?”. Mi guardo intorno: desolazione, costa lontanissima, tutto buio pesto, nemmeno un natante…visibile. Guardo l’ora...le 4.45….l’alba non avrebbe tardato a far capolino. Notavo che la calma regnava sovrana, niente paura o panico, il mare era calmo e la barca teneva benissimo. Il problema era farla ripartire.Continua.....