CARICO A CHIACCHIERE

FEDE CULTURA E...VALORI!


Solo vivendo in prima persona  queste tre giornate di pieno clima natalizio con tutti gli annessi e connessi, si può essere autorizzati a parlare di drammatico triduo.  Se non si è coinvolti, inseriti e parte del macchinoso congegno che muove tutto il nucleo familiare a partire  dallo "sciame" delle donne occupate, atte al buon funzionamento della "gioiosa macchina", nessuno è deputato a parlarne, a trarre conclusioni e a...lamentarsi! E' Natale, è il momento in cui siamo uniti, fratelli gioiosi, animati dalla bontà, dai valori, dalle tante belle cose che la fede ci ha insegnato.  E sono proprio quei valori che ci accompagnano durante i "tour de force" a tavola, proprio in nome della convivenza, della condivisone e del "focolare" familiare; sediamo per ore e ore attorno ad una tavola imbandita, allegramente, felicemente senza remore e liberi di tendere alla totale socializzazione, magari un po' alticcia, dei convitati, dei partecipanti ai banchetti. Tre sono: cenone del 24, pranzo del 25  e  del 26, ma è come se fossero tre riunioni di affamati e deperiti umani condannati al ludibrio della bulimia patologica e insistita. Un massacro, un supplizio dal quale nessuno osa sottrarsi per non dispiacere lo "sciame": le api (donne) operaie che sotto  l'egida  dell'ape regina, si affannano per approntare cibarie, vettovaglie e ricco rancio per le truppe cammellate. Tutto in nome di quei valori che fanno parte della nostra cultura, quei valori che noi uomini di fede, sventoliamo perché crediamo, perché consci della loro ricchezza. Consci...è la parola, il verbo giusto: