CARICO A CHIACCHIERE

BLOGGERISTI ANONIMI?


 A volere indagare nel sociale, ci sono iniziative molto concrete e incisive: parlo di quelle associazioni molto diffuse in America (da noi un po' meno), dove c' è chi si prende la briga di riunire persone con problemi di dipendenza da droga e alcool, oppure con problemi esistenziali, casi di solitudine, mamme e papà singles, ecc.ecc. Ogni caso diffuso e incipiente, è sufficiente per accomunare i soggetti interessati pronti a misurarsi e a rapportarsi con gli altri. "Ciao, sono Carlo...". E tutti gli altri seduti in circolo: "Ciao Carlo, raccontaci la tua esperienza...". E così che funziona: si manifestano situazioni personali, si cerca solidarietà, conforto, si brama disperatamente la sponda giusta per essere compresi, compatiti e accettati. Sono sicuramente iniziative che servono, non si raccolgono magari risultati eclatanti, però ci sono buoni motivi per confrontarsi con le altrui esperienze. Verosimilmente, trovo molta somiglianza al blog, a noi che più o meno quotidianamente, siamo qua sulla piattaforma di Libero e senza bisogno di metterci seduti in cerchio, siamo a confrontarci su tutto, su niente, sul vero, sul falso e su ciò che ci passa per la testa oltre che per la...tastiera. Siamo, volenti o nolenti, protagonisti e destinatari, polarizzatori e questuanti, forniamo e riceviamo un'infinità di input, fatti, notizie e immagini che potrebbero influire sulla nostra formazione, sul nostro pensiero, sul comportamento e sull'atteggiamento da mantenere. Insomma, un popolo che si muove anonimamente ogni giorno alla ricerca dei suoi referenti: ognuno con i suoi mezzi, ognuno con le sue capacità e con i suoi limiti. Cerchiamo il possibile e l'impossibile, ci proponiamo nella speranza di ricevere l'attenzione che cerchiamo e di dispensare, di contro, l'attenzione che meriterebbero gli altri. Un popolo che con il suo esodo biblico, vaga alla ricerca della terra promessa, cerca il posto dove fermarsi per temprarsi e assumere le energie necessarie per proseguire il suo viaggio senza destinazione. Perché, sia chiaro, una destinazione vera e propria non esiste, ci sono solo piccole fermate, modeste oasi dove rifocillarsi, ma il blogger è sempre in movimento, anche quando riteniamo che il viaggio sia finito e la meta raggiunta.