CARICO A CHIACCHIERE

QUANTO DURA IL TEMPO?


 Ecco come hanno fatto per studiare e affermare che il tempo non esiste! Rivoluzionaria dichiarazione ma se è espressione di ricerca, di sperimentazione e di analisi, allora merita attenzione. I giapponesi si sono basati su una comune e diffusa impressione che tutti spesso avvertiamo: quante volte in occasione di un viaggio, sapendo che saremmo comunque ritornati percorrendo la stessa strada, il viaggio di ritorno ci sembra meno lungo? E' appunto su questa sensazione che hanno impostato la sperimentazione. Imputato è il nostro sistema nervoso che genera la cognizione del tempo. Ossia, grazie a due condizioni principali che sono la convinzione che avremo un ritorno e l'assenza di periodicità cadenzata. Quindi avviene che solo in casi dove siamo convinti che andiamo da qualche parte (non per abitudine) e certi che torneremo indietro, è sufficiente per ottenere la diversità del tempo: un ritorno compiuto in un tempo che a noi sembrerà più breve dell'andata. Sono appunto i segnali percettivi che il nostro sistema nervoso ci lancia distorcendo la realtà e il tempo che trascorre secondo il mezzo usato per il viaggio. Pertanto, quando percepiamo per lunghi intervalli, entrano in gioco processi cognitivi come memoria e attenzione; di contro, quando il nostro "orologio interno" ci fornisce anche risposte fisiologiche,  i nostri processi cognitivi sono più complessi e allargati alle emozioni, alle sensazioni e a percezioni più peculiari. Concludendo, ciò che ci frega è il viaggio lungo, abituale e ripetuto con noiosa regolarità. Per "ammazzare" il tempo e regolarlo a nostro piacimento sarebbe sufficiente fare solo viaggi.....di ritorno! Magari fosse possibile, ce ne sarebbe uno in particolare che se ci fosse anche il ritorno, sarei pronto a sottoscrivere.