CARICO A CHIACCHIERE

PUNTUALMENTE...UNA BOTTA DI VITA!


 C'è una persona, anzi un personaggio, che è solito appellarci tutti alla stessa maniera: il posteggiatore! Costui, con chiunque abbia a che fare, chiama tutti "Dotto'". "Dotto' venga avanti, dotto' attento a destra, dotto' sono cinque euro, dotto' tengo famiglia....ecc.ecc.". E' così un po' dappertutto e al contrario degli incontri più formali tra persone che non si conoscono o addirittura tra conoscenti, ci scappa puntualmente un titolo che non spetterebbe a meno che non siamo tutti dottori in Italia. Come alcuni di voi sanno sono solito ogni mattina e ogni pomeriggio, fare un giro nel comprensorio del mio quartiere: prendo il caffè a casa e scendo non solo perché devo camminare un po', ma anche  perché approfitto per fumare il mio solito mezzo sigaro. Ormai è un giro tradizionale e sin da quando esco dal mio portone è una routine spaventosa: comincia l'uomo delle pulizie con il suo: "Professore buongiorno" e via via tutti gli altri incontri lungo il mio percorso: è una "lotteria" senza fine. Il bello è che ormai sono omologato anch'io nel porgere il mio saluto e così procedo con un continuo: "Ciao Maresciallo come va?". "Ciao cavaliere addo' va'?". "Ingegnere carissimo". "Passo veloce stamattina avvocato?". "Ue' dotto' tutto a posto?". Ma che cazzo di modo di salutare è mai questo mi chiedo? Affibbio a destra e manca titoli come un posteggiatore, sono ricambiato alla stessa maniera e sempre con titoli diversi. Sono solo saluti di cortesia, eppure, tutto avviene mentre si continua a camminare in direzioni opposte e magari le ultime parole del saluto stesso, le devi pure dire alzando la voce. Mah....gli unici che si salvano sono i negozianti e/o quelli che a furia di vedermi passare sanno chi sono e salutano con un classico "Buondì signor Carlo!" Oppure con il meno formale: "Ciao Carle'...". Ormai non so più chi è veramente dottore, maresciallo, brigadiere, commendatore e ingegnere; una confusione che poi, incontrando i miei coinquilini, si concretizza solo con un normalissimo: "Ciao Carle', dove vai?". Ma lo sai dove cazzo vado, lo sanno tutti cosa faccio e dove vado, che lo chiedi a fare? E pensare che non prendo il caffè al bar proprio perché quello è il covo dove si radunano  i coscritti. Significherebbe stare con loro un bel po' di tempo perché so' tutti pensionati e fanno tutti i santi giorni le stesse chiacchiere (più o meno) secondo quello che combinano Renzi e Salvini. Insomma ragà che posso farci, devo sorbirmi la solita solfa. Un giorno, tempo fa, ebbi modo, un po' bruscamente lo ammetto, di far intendere ad uno di questi conoscenti cosa fossi veramente. Costui era solito salutarmi sempre con un sorridente: "Buon giorno dottore!". Finché un giorno colsi la grande occasione: appena disse il solito buongiorno, lo tratteni fermamente per un braccio e gli sussurrai all'orecchio: "Io non sono dottore, sono solo un infermiere!". Oh, da allora è solo un "Buon giorno!". Almeno qualcuno che saluta non abusando dei titoli.