CARICO A CHIACCHIERE

PANCIA O TESTA? IL CLICK NON E' POLITICA SERIA


 Il nostro peggior nemico è lui il mouse, o meglio, ciò che lui genera: un click! Non si salva nessun campo, nessun argomento, nessun fatto che avvenga nel nostro quotidiano che non ci catturi attraverso l'orpello tecnologico e il suo click necessario per muoversi nella rete. Siamo accerchiati, siamo ostaggi e senza quel maledetto click, non andiamo più da nessuna parte. Come ci siamo entusiasmati quando cominciammo ad avere confidenza con il PC e il web: era il mondo che si metteva a nostra disposizione concedendoci di aprire tutte le finestre, tutti gli spiragli sul villaggio globale, nessun angolo escluso. Tra noi però,  ci sono  stati (ci sono) quelli che hanno saputo e potuto servirsi ottimamente delle rete e impadronendosene, hanno messo a segno il più grande affare del tempo moderno. Grillo e Salvini, non sono casuali, come non lo sono tutti quelli che con la rete vanno a nozze: loro, grazie a chi li sorregge abbondantemente con il necessario "Know How", sono capaci di spostare masse e opinioni da una parte all'altra. Quindi non più manipolazione e pilotaggio di fatti, avvenimenti e notizie, ma formazione di idee, cultura e politica, modificate servendosi della rete e i suoi messaggi sublimali. Dove è finita la politica tradizionale in quest'era della politica del click? Come è possibile accreditare serietà e verità a gente che campa dietro i click del PC? Il pianeta è pieno di persone in questa situazione, non sono tanti e non ne occorrono tanti. Siamo noi webeti che siamo miliardi e pronti a recepire tutto ciò che loro vogliono: ecco per cui v'è il prolificare di cazzate, bugie (le cosiddette post verità) e tanti segnali che lanciati a tempo debito e con meticolosità certosina, colpiscono...la pancia e non la testa. Capito perché Grillo impunemente ha fatto riferimento alla pancia, al voto dettato dalla pancia e non dal raziocinio che ciascuno di noi ha dimenticato di attivare sin dal maledetto giorno che ci siamo avventurati quassù? Pertanto, senza voler fare accademia e/o il cattedratico di turno, vi invito a lasciar da parte la pancia, non ragioniamo con essa ma con la testa, la buona testa lucida e attenta a ciò che ci viene dispensato e servito grazie al click: l'hanno buttata in caciara, hanno mosso ogni dettaglio pur di smuovere con la rete le masse e le idee; tutti lindi e pinti, nessun problema per loro: i grillini sono onesti e i fatti li smentiscono, Salvini  si fa i mercati rionali e distribuisce i volantini fregandosene degli alleati che surclassa ogni momento. Tutti parlano, anche quelli che non dovrebbero (i giudici e la magistratura), ma alla fine ciò che conta al di là dei click, è il nostro pensiero, il nostro personale modo di vedere un problema e decidere onestamente e lealmente cosa fare e come comportarsi. Lasciamo che le sirene cantino, noi sapremo anche sbagliare per conto nostro senza che nessuno piloti i nostri voti. E non è difficile soffermarsi solo sulla scheda del referendum, andiamo a votare solo per esprimere un SI o un No a quelle domande: riflettete e scegliete buttando a mare tutto e il contrario di tutto, tutto ciò che sia stato detto e fatto in questi giorni di guerriglia referendaria. La politica dei click non è una buona e seria politica. Ricordiamolo.