CARICO A CHIACCHIERE

I TEMPI CAMBIANO E I MILLENIALS INSEGNANO


 Un tempo molto lontano, un paio di griffes erano necessarie e importanti per noi giovani: i jeans delle Levi Strauss e una maglietta Lacoste con tanto di coccodrillo verde ben in vista sulla sinistra del petto. Indumenti originali (allora niente cinesi) e tali da inorgoglirci solo indossandoli: eravamo moderni, esibivamo marchi importanti e quindi ci sentivamo qualificati, etichettati e moderni. Ne è passato di tempo da allora e come giusto che sia, l'evoluzione della gioventù è stata tale che confrontare i periodi, comparare mode, usi e consumi non è possibile. Oggi è il momento dei "millenials" (non mi ricordo nemmeno se noi avessimo un nome), i giovani compresi tra i 15 e i 35 anni, la generazione nata nell'ultimo ventennio del secolo scorso. Ebbene, proprio da loro arriva un segnale importante e rivoluzionario: basta con l'inseguire le griffes, i marchi e le etichette di tendenza. Ma come? Ci si dannava per avere il capo firmato, il capo alla moda? Da Abercrombie & Fitch si facevano le file in tutte le città del mondo per acquistare i capi che non dovevano mancare nel guardaroba per essere "Up to the date" e ora? Niente più file, niente follie e una grossa percentuale di questi giovani ricorrono spesso a piccole modifiche personali sui capi firmati quasi a voler personalizzare ciò che indossano a prescindere dal nome prestigioso. Una grande rivoluzione sociale se vogliamo: la qualità è essenziale ma la firma no! Questo è il concetto basilare e proprio per questo nuovo indirizzo manifestato dai millenials, i grandi marchi hanno iniziato la loro controrivoluzione: Kors, Abercrombies, Coach, Ralph Laurent e altri importanti e noti marchi, si sono predisposti a ridurre le dimensioni delle classiche etichette e i luoghi dove apporle: non più grandi e meno esposte. Insomma, i giovani oggi non badano più allo stato apparente ma puntano al sodo, niente marchi famosi a suffragare il loro status, a loro del passato dei loro genitori, dei loro nonni, non frega più niente. La loro unicità, la loro personalità non è più rappresentata da una inutile etichetta, loro sanno quel che vogliono e i social sono i migliori vettori per trasmettere le aspettative, i loro sogni, i loro desideri. E infine, non ultima necessità, i soldi per pagare i marchi scarseggiano e loro devono fare i conti anche con le esigue risorse specie se il lavoro latita. Un capo di buona qualità senza il marchio noto, costa meno e garantisce loro un status accettabile e più casual di quanto non lo fosse prima. Non dimentichiamo che da stime rilevate, nel 2025 il 44% del mercato sarà costituito proprio dai millenials e i grandi marchi lo sanno. Perciò sono in movimento, si stanno attrezzando per non perdere una fascia di consumatori molto importante.