CARICO A CHIACCHIERE

UN AUGURIO DIVERSO


 Ho perso mia madre sette anni fa e da allora, quando la ricordo, quando penso a lei, non sono triste per la sua mancanza, non avverto il vuoto per la sua assenza, odo musica confusa: no una melodia unica e precisa, ascolto un policromo insieme di suoni melodiosi. Una strana sensazione di piacevole benessere, uno stato emotivo sereno e rilassante. Non ho altro per ricordarla e oggi che siamo tutti a celebrare la "Festa della Mamma", memore del passato, rimembro tempi lontani quando alle medie ebbi il compito di dedicarle una poesia, una delle tante studiate, una delle più belle poesie italiane dell'ottocento. Una poesia mai dimenticata, magari non la ricordano tutti a meno che non sia un ragazzo anziano come me. Non sempre il tempo la beltà cancellao la sfioran le lacrime e gli affannimia madre ha sessant’annie più la guardo e più mi sembra bella.Non ha un detto, un sorriso, un guardo, un attoche non mi tocchi dolcemente il cuore.Ah se fossi pittore,farei tutta la vita il suo ritratto.Vorrei ritrarla quando inchina il visoperch’io le baci la sua treccia biancae quando inferma e stanca,nasconde il suo dolor sotto un sorriso.Ah se fosse un mio priego in cielo accoltonon chiederei al gran pittore d’Urbinoil pennello divinoper coronar di gloria il suo bel volto.Vorrei poter cangiar vita con vita,darle tutto il vigor degli anni mieiVorrei veder me vecchio e lei…dal sacrificio mio ringiovanita!(E. De Amicis) Mia madre mi ha insegnato tutto, tranne come vivere senza di lei.