CARICO A CHIACCHIERE

RAGAZZI DIFFICILI E FAMIGLIE...PEGGIO


Ricordo sempre con piacere il tempo in cui mio figlio ebbe a frequentare, agli inizi degli anni ottanta, i corsi di canottaggio presso il CUS di Bari. Ebbe un periodo sereno e dedicandosi allo studio, mentre si rafforzava nel fisico, passò momenti di gloria effimera, ovvero, partecipò a gare nazionali juniores girando l'Italia per gareggiare. Furono momenti di cui conserviamo ricordi piacevoli e soddisfacenti, non poteva essere altrimenti del resto: scuola, sport e famiglia attenta. Non è un vanto, è una constatazione di fatto che sottolineo volendomi rapportare alla nuova generazione dei ragazzi di oggi e delle loro esagerate mattane. Le ultime notizia da Napoli, Torino e altre città, ci consegnano situazioni difficili e troppo a rischio. Non saranno i cento poliziotti in più da mandare a presidiare le zone più pericolose di Napoli che si risolvono i problemi. E' necessario che si riparta dall'anagrafe di queste famiglie che vivono ai bordi delle città, le periferie dannate e dimenticate: recuperare dagli stati di famiglia delle zone,  questi ragazzi che magari vanno a scuola, ma solo per presenza obbligatoria, identificarli e cercarli uno ad uno, per reinserirli in società, offrendo loro possibilità alternative alla strada e al gruppo nullafacente. Il branco si annoia, il branco deve strafare altrimenti non ha ragione di esistere e di essere tale. Spezzare questa logica infame è il problema e intervenendo radicalmente, mettendo su strutture ad hoc per loro, ci sarebbero altri sbocchi. Una scuola, per esempio, ha deciso di stare aperta fino alle 22 la sera, lo scopo è impegnare i ragazzi in tante attività. Sacrificarsi per loro è un dovere, toglierli dalla strada pure, abbiamo quindi i presupposti perché noi adulti non ci si debba pentire dopo. Costruiamo per loro, siamo vicini per attività alternative oltre la scuola. Si può fare e si deve fare: ora squillano evidenti e pericolosi campanelli d'allarme, quindi ora è il momento di operare senza timori e tentennamenti. Sdrammatizzo con un piccolo divertente siparietto: evitiamo anche quanto immortalato qua sotto:
 Tu genitore che come abbia fatto io ai miei tempi, assistendo alle gare di canottaggio di mio figlio e immortalando premiazioni e momenti piacevoli con filmati e foto, sii più concentrato su tuo figlio beneficiario del premio e no su chi lo consegna. Vedendo la foto da ragazzo cresciuto, che idee potrà mai farsi della vita?