CARICO A CHIACCHIERE

LA CASTA E' CASTA E "VASSI RISPETTATA"


  Siamo soliti associare questo vocabolo alla politica: accade perché quell'insieme di persone che si muovono nell'ambito e agiscono in nome e per conto della politica, sono così forti, potenti, inattaccabili e protetti, che non si possono debellare e spazzare via, qualunque sia la loro colpa.  Ma siamo tanto presi da questa casta politica che non badiamo assolutamente a tutte le altre corporazioni che ci circondano: siamo assediati da una infinità di caste generate proprio dalla politica nel lungo termine. Tutti formano caste, sanno che trattasi di recinto protettivo e inviolabile, per cui nessuno si permette di forzare il recinto e se qualcuno di buona volontà tentasse di farlo, si attiverebbero processi subdoli per giungere alla fine con un bel "nulla di fatto". Sono singolari due casi dove la casta emerge come padrona assoluta: il bus che a Trento salta la fermata dove ogni mattina sono in attesa una dozzina circa di extracomunitari è indicativo, essi si recano da Marco (frazione) a Rovereto (TN), dove frequentano un centro adibito al recupero e all'inserimento, insegnando loro la lingua italiana e altro, come da leggi in vigore. Denunciato l'accaduto perché il fatto, come da varie testimonianze, si è ripetuto più di una volta, ora è al vaglio della società dei trasporti provinciali e del comune per capire come realmente siano andati i fatti. L'autista è un sindacalista della UIL Trasporti (sindacato di destra) ex consigliere comunale (sempre di destra) con a suo carico un grave offesa su FB al Presidente della Provincia di Trento. Dopo aver visionato i video e accertate le sue responsabilità, subito la casta del suo sindacato ha fatto cerchio, asserendo che si tratta solo di una comunissima svista. Tra l'altro nessuno ha fatto cenno per sollecitare la fermata, magari alzando un braccio. Una scusa infantile, squallida e insopportabile: per il momento il signor autista è sospeso, qualcuno parla di misura esagerata e alla fine, vedrete che ci saremo scordati di questo increscioso caso e il buon autista che non vede una dozzina di persone alla fermata e comunque, anche se le avesse viste, non si sarebbe mai fermato in mancanza di un cenno, sarà reintegrato al suo posto e amen. L'altro caso è quello del giudice della Corte Costituzionale: la moglie, anch'essa avvocato e costituzionalista, usava la macchina di servizio del marito per tutti i suoi affari: dallo shopping al viaggio vacanza e ovunque servisse andare. Scoperto l'inghippo, il buon giudice ha avuto il naso e la premura di dare le dimissioni, anche lui con una scusa banale: "Non pensavo che la macchina dovesse servire solo per me, pensavo che la potesse usare anche mia moglie". Bene, dai suoi amici della corte, le dimissione sono state respinte (ma va?) e resta in piedi l'accusa di "peculato d'uso". Pertanto vale la sospensione per sei mesi, resta lo stipendio e dopo si vedrà....forse, mah....vabbè. Se non è casta, se i due casi citati non sono esempi lampanti di casta, qualcuno mi può spiegare di cosa parliamo? Buonismo e garantismo hanno rovinato l'Italia e sarà sempre peggio.