CARICO A CHIACCHIERE

UN TEMPO ERANO POSTAL MARKET E VESTRO


  Non mi sorprendono i dati relativi agli acquisti on line riscontrati per il 2017. L'Italia, a conti fatti, è tra le ultime nazioni europee a comprare in rete. Solo il 32% si serve dell'e-commerce e se pensiamo che il Regno Unito riporti un 85% è significativo, ancor più se altri stati della mittel  Europa e del nord  come Svezia, Danimarca, Paesi Bassi, Lussemburgo sono appena sotto con percentuali poco più basse. I tecnici sostengono che questo sia dovuto al notevole ritardo delle strutture informatiche che interessano il nostro paese cosi come quelle di Cipro, Bulgaria e Romania. Certo, è una ragione per la nostra bassa percentuale ma credo che non sia l'unica, infatti, subentra la cultura di un paese, la sua capacità, la sua evoluzione sociale e culturale a renderla competitiva. Non è un caso che siamo sotto  con i paesi che ho appena citato, siamo diffidenti, siamo poco avvezzi a relazionarci con il virtuale, noi vogliamo persone e non video. A parte i tanti articoli disponibili in rete, le voci maggiori che riguardino quel 32% sono riferite all'abbigliamento, ai viaggi, alle vacanze e agli articoli casalinghi.  Poi tutto il resto come libri, hardware, PC e comunicazione, sono tutti al di sotto del 10%. Sono convinto che per noi italiani, alla luce dei dati e della giovane età dei consumatori sul web, siamo levantini per DNA, siamo prudenti e attenti alle compere: noi siamo quelli del negozio con il personale, con il commesso; siamo quelli pronti a relazionarci non solo con l'articolo che vogliamo comprare ma con il commesso/a che deve servirci. Siamo troppo abituati a vedere, toccare e analizzare la merce, facciamo ispezioni sull'articolo che nemmeno i NAS potrebbero fare, tanto siamo precisi e puntigliosi. Come potremmo farci mai convincere da prezzi molto più convenienti in rete? Il prezzo troppo buono ci insospettisce, ci allarma, ci induce a pensare che vi sia il trucco. Ecco perché dobbiamo andare nei pochi negozi che ancora sopravvivono, abbiamo solo quel modo e sappiamo come servircene. Un capo che a casa riscontriamo difettoso oppure non indossabile perfettamente, lo riportiamo indietro a termini di legge, e dopo attenta e ulteriore scelta, riproviamo e lo portiamo a casa. Chi si metterebbe mai a comprare on line, ricevere l'articolo e poi, in caso di capo non gradito, rifaccia il pacco e rimandi indietro tutto aspettando il nuovo pacco magari con il pericolo di ripetere la sceneggiata? Infine, ci sarebbe il pagamento in rete che tiene sulle spine a causa delle cattive notizie che ogni giorno leggiamo circa i raggiri esperiti in tutti i modi. Su andiamo, siamo noi quelli che manchiamo in quella percentuale del 32%: noi dagli "anta" in su, noi un po' più avanti negli anni che ci limitiamo a ragionare con la testa ficcata nel reale e no nel virtuale: volete mettere una bella e sana discussione con un commesso/a contro una inutile e poco divertente litigata con una mail? ON LIVE è bello!