CARICO A CHIACCHIERE

MA CHE PESCE E' OGGI?


  Un tempo, molti anni fa, questo era il simbolo che viaggiava attaccato sul dorso o sulla spalla di una persona colpita dal "pesce d'aprile". Un pesce disegnato sulla carta, ritagliato e con un po' di colla restava saldo là dove volevamo. Lo si teneva ben teso sul palmo della mano e alla prima occasione, dando una pacca per salutare, lo si poneva sulla spalla del malcapitato e via. Era più laborioso invece, il pesce ritagliato su un pezzo di tessuto nero e poi "inzuppato" sulla polvere del gesso della lavagna, indi poscia, si procedeva come sopra e  sulla spalla, rimaneva stampato un bel pesce bianco e...polveroso! Era il massimo per noi ragazzini, festeggiavamo il primo aprile così. Crescendo poi, si passò a scherzi meno ingenui e più cinici: era una gara a chi le sparava più grosse e le vittime obbligatoriamente, dovevano essere più grandi di noi, altrimenti non c'era gusto! Le origini del  pesce d'aprile non ve le racconto, non sono poche le storie che si tramandano e tanti si vantano di essere depositari delle sue reali origini. Pertanto, vi avverto, poiché non si fanno serenate a casa dei suonatori, non vi azzardate a tentare di fare qualche scherzo, vale un po' per tutti: siamo scafati, si attendono scherzi e quindi oggi, tutti prudenti. Non mi venite a dire che il pil di questo paese rimarrà stabile, perché non abboccherò (sic) mai! Non mi raccontate che sia stato già trovato il vaccino che blocca il coronavirus, non giocate con i numeri delle quarantene, dei guariti e degli intubati che non vi crederà mai nessuno. Non spargete la voce che l'Europa, o meglio Olanda, Germania e altri paesi nordici, siano disposti ad accontentarci con i "soldini" che chiediamo, perché vi prenderanno a fischi, non dite che usciremo dall'Europa che non ci crederà mai nessuno e infine, non dite che Orban sia un premier democratico e liberale, perché vi prenderanno a pernacchie: prima a voi e dopo a lui.